www.ilpalio.orgwww.ilpalio.org

BELIGNI LAZZERO
(Giove) 0/40

- detto anche Freccia e Il Macellaio -

Nato a Siena il 20 febbraio 1927
Morto a Siena il 25 giugno 2008 (vedi articolo di giornale)
Pronipote di Sciò (vedi la parentela)
È esistito pure un cavallo omonimo (vedi)

1. 16 agosto 1954 DRAGO Saturnia
2. 2 luglio 1955 TARTUCA Rondinella
3. 16 agosto 1955 DRAGO Roburrina
4. 2 luglio 1956 DRAGO Roccalbegna
5. 2 luglio 1957 CIVETTA Capriola
6. 16 agosto 1957 CIVETTA Marta
7. 2 luglio 1958 LUPA Archetta
8. 16 agosto 1958 LUPA Archetta
9. 2 luglio 1959 CIVETTA Nottolina
10. 16 agosto 1959 CIVETTA Giacra
11. 2 luglio 1960 DRAGO Gaudenzia
12. 16 agosto 1960 DRAGO Capriola
13. 4 settembre 1960 1 AQUILA Tanaquilla
14. 5 giugno 1961 1 DRAGO Elena de Mores
15. 2 luglio 1961 DRAGO Salomè de Mores
16. 2 luglio 1962 CHIOCCIOLA Coraggio
17. 16 agosto 1962 ISTRICE Zaffira
18. 16 agosto 1963 PANTERA Daria
19. 2 luglio 1964 LUPA Dubba
20. 16 agosto 1964 ONDA Zaffira
21. 2 luglio 1965 ONDA Selvaggia
22. 16 agosto 1965 NICCHIO Sambrina
23. 2 luglio 1966 OCA Durinda
24. 17 agosto 1966 OCA Ercole
25. 2 luglio 1967 DRAGO Beatrice
26. 24 settembre 1967 1 LUPA Danubio della Crucca
27. 2 luglio 1968 CIVETTA Landolfo
28. 16 agosto 1968 CIVETTA Pasquino
29. 2 luglio 1969 BRUCO Ira
30. 16 agosto 1969 PANTERA Vandala
31. 21 settembre 1969 1 PANTERA Linda
32. 16 agosto 1970 CIVETTA Dahoman
33. 2 luglio 1971 CHIOCCIOLA Musella
34. 2 luglio 1972 OCA Panezio
35. 17 settembre 1972 1 SELVA Musella
36. 2 luglio 1973 CIVETTA Manon
37. 16 agosto 1973 CIVETTA Pancho
38. 2 luglio 1974 TARTUCA Rosalinda
39. 16 agosto 1974 ISTRICE Quebel
40. 17 agosto 1975 LEOCORNO Solange

1 Palio straordinario.

  



Con Tavoletta (Claudio Milanesi) divide la peculiarietà di aver ricoperto al termine della propria carriera una carica all'interno di una Contrada. Fu infatti Mangino nell'Oca, sua contrada di nascita. Tavoletta fu invece Barbaresco dell'Aquila.





Quando a Siena si ricorda Lazzero Beligni non si parla soltanto di un fantino. Lazzero è stato molto di più. Commerciante di bestiame, come il padre. Contradaiolo dell’Oca. Mangino. Proprietario di cavalli. Nasce a Siena in una famiglia agiata, nel dopoguerra se ne va di casa complici le difficoltà economiche insorte e la nascita di un figlio. Lavora all’Istituto Sclavo dove pulisce e si prende cura dei cavalli, arte appresa in casa sotto i rigidi dettami paterni.
Dopo 2 anni si licenzia e va a montare i cavalli del Sor Ettore Fontani. Nel 1954, a 27 anni, disputa un paio di prove nella Tartuca. Ad agosto debutta con la Contrada del Drago su Saturnia, gli viene affidato il soprannome di “Giove”, ma rimarrà per tutti Lazzero.
Già nei primi anni appare chiaro che chi vuole vincere un Palio deve fare i conti con Lazzero. Alla sua abilità a cavallo unisce un’ottima capacità di stipulare partiti; inoltre, la sua disponibilità nel disputare Palii “a perdere”, gli consente di montare quasi sempre e di guadagnare cifre importanti, spesso più alte dei fantini che le Carriere le vincevano. Con i primi soldi guadagnati sul tufo compra un camioncino che gli servirà per svolgere l’altro lavoro della sua vita, quello di commerciante di agnelli.
In breve tempo Lazzero diventa una pedina fondamentale del Palio, un fantino “tattico” di grande utilità per l’Oca, sua Contrada di origine. Nella Carriera del 2 luglio 1957 è di rincorsa nella Civetta con Capriola. Alla vigilia del Palio il Capitano della Tartuca gli dice qualcosa di troppo e Lazzero decide di fargliela pagare fiancando a favore della rivale Chiocciola, che poi vince con Vittorino su Tanaquilla. La grande intesa tra Giove e Vittorino segnerà la storia negli anni a venire, tra i due si instaura un rapporto che va oltre la stima reciproca: Lazzero aiuterà Vittorino a vincere, mentre il Terni lo aiuterà a montare; al contrario vi è molto meno feeling con Ciancone nonostante il fantino laziale sia nel “giro” dell’Oca. Sarà ancora Lazzero di rincorsa nell’agosto del ‘57 a dare una mossa buona a Vittorino nel Nicchio, il fantino grossetano realizzerà il Cappotto.
Nel’58 Lazzero monta per due volte Archetta nella Lupa: a luglio finisce secondo staccato dal Montone e davanti alla Torre, ad agosto cade e non riesce a insidiare la rivale Istrice che vince il Palio. L’anno successivo rifiuta i soldi della Marchesa Chigi Zondadari Misciattelli, Capitano della Torre, che doveva sostituire in corsa lo squalificato Vittorino. Nel 1960 corre un buon Palio a luglio nel Drago, l’anziana Gaudenzia parte in testa ma non regge a lungo e dovrà cedere il passo alla Selva e alla Lupa; nello Straordinario di settembre, Lazzero si ritrova di rincorsa ed è costretto a favorire il rivale Ciancone nella Civetta, per danneggiare la Torre col binomio Vittorino-Archetta: Giove svolge il compito alla perfezione, il Professore di Manziana coglierà un trionfo mai in discussione.
Nel 1961 Lazzero nel Drago su Elena de Mores spera di vincere il suo primo Palio, contando sull’appoggio dell’amico Vittorino, che sembra volerlo favorire anche per restituirgli i favori resi in passato. Nel Nicchio la cosa non passa inosservata e il Capitano Mario Cioni lo convince a tirare a vincere. Lazzero ancora di rincorsa rimarrà nelle retrovie, contrastato da Rondone nella Torre, Vittorino invece coglierà il suo sesto successo. Meno di un mese dopo, Giove ha un’altra buona occasione, sempre nel Drago su Salomè de Mores: ma anche stavolta Rondone lo contrasta, la Torre aveva mandato il Tamburelli nel Leocorno col preciso compito di far perdere Lazzero ed evitare la “cuffia”. Ad agosto Giove rimane lontano dal tufo, c’è l’accordo per far vincere la Torre: in Fontebranda sono in molti che lo vorrebbero al posto di Ciancone ma la dirigenza ocaiola rimane sui suoi passi. Alla mossa la cavallina dell’Oca si rigira e la Torre si lancia all’inseguimento della Tartuca, per poi andare a vincere.
Nel 1962 monta Zaffira nell’Istrice e, nuovamente di rincorsa, dà una buona mossa al Drago che riuscirà a scuffiarsi con Canapetta e Beatrice. Un anno dopo sarà ancora il Drago a beneficiare del lavoro sporco di Lazzero, la causa è da ricercare nei giorni precedenti il Palio: Canapino e Rondone, rispettivamente fantini della Pantera e del Drago, si scontrano nelle prove, ad avere la peggio è il primo; Giove viene sceso dal Nicchio per sostituire Canapino, al suo posto nei Pispini arriva Tristezza. La Carriera è dominata da Rondone e Zaffira, in testa sin dalla mossa; la rimonta del Nicchio è frenata anche da Lazzero che aveva maldigerito l’avvicendamento con Tristezza, invocato dal popolo nicchiaiolo. Una vendetta in pieno stile Lazzero Beligni… E nel 1964 il Drago farà tris ancora una volta con l’aiuto di Lazzero: montando la modesta Dubba nella Lupa, Giove para per 3 giri Canapetta nella Tartuca su Topolone, mentre Peppinello su Arianna vince in scioltezza.
Nel 1965 Lazzero arriva vicino alla vittoria come forse mai in tutta la sua carriera. Nell’Onda gli affidano Selvaggia, Lazzero arriva al Palio nel novero dei favoriti. Alla mossa scatta subito in testa, Lazzero supera indenne San Martino ma stringe troppo al Casato e cade. L’Aquila passa prima con Aceto che coglie il suo primo successo.
Nel 1966 corre entrambe le volte nell’Oca, prima su Durinda e poi su Ercole. Sia a luglio che ad agosto parte bene ma la sua corsa finisce al primo Casato. E terminerà al Casato anche la Carriera del luglio successivo nel Drago sulla forte Beatrice. Nello Straordinario di settembre invece Lazzero porta a termine la Carriera nella Lupa su Danubio della Crucca, ma finisce secondo nettamente staccato da Tristezza nella Giraffa. Nell’agosto del ’69 corre un Palio in rimonta nella Pantera su Vandala e arriva secondo dietro al favorito Nicchio.
Per il Palio del 2 luglio 1972 Giove monta Panezio nell’Oca, le cui condizioni fisiche destano qualche dubbio. Aceto nel frattempo scende da Panezio per andare su Mirabella nella Tartuca. Panezio dimostra di esserci ma l’Oca deve rendere alcuni favori alla Tartuca e Lazzero non batte ciglio. Sarà comunque una Carriera ricca di colpi di scena: la Civetta che era in testa al primo Casato cade e fa volare sul tufo anche Lazzero, la Tartuca resta a cavallo e si gioca il Palio col Valdimontone. All’ultimo giro cade il Montone e arriva la Lupa ma Aceto resiste e vince per la quarta volta. A settembre Lazzero ha una grande occasione nella Selva per vincere il Palio con la scattante Musella. D’accordo con Aramis di rincorsa nell’Oca, tenta di scattare primo ma senza riuscirci. All’ultimo giro si fa parare da Aceto, con cui non c’era accordo, e cade dalla cavallina grigia.
L’anno successivo corre un buon Palio a luglio nella Civetta su Manon, la Carriera verrà vinta dalla Lupa. Corre il suo ultimo Palio il 17 agosto 1975 nel Leocorno con Solange. Nel’79 diventa mangino dell’Oca, esperienza che però durerà poco: un cazzotto rifilato al Mossiere Carlo Palmieri costerà a Fontebranda un Palio di squalifica.
Negli ultimi anni della sua vita Lazzero prende a cuore un giovane fantino della scuderia Bruschelli: Giovanni Atzeni, detto Tittia. Ci vedrà lungo col senno di poi…
Muore il 25 giugno 2008 all’età di 81 anni. Se ne va un pezzo di una Siena che non c’è più: un uomo dai tratti duri che scavavano il suo viso e che rivelavano l’uomo schietto e rigoroso qual era, ma anche un uomo dal cuore grande, legato alla sua famiglia e alla sua Contrada.

Fabio Ceccolin





- ALTRI CAPITOLI INERENTI -

LE SCHEDE DEGLI ALTRI FANTINI
I FANTINI VITTORIOSI DI TUTTI I TEMPI
LE DATE DI NASCITA
LE STATISTICHE SULL'ETA'
PROCESSI E FATTI CURIOSI SUI FANTINI