Con questa vittoria si chiude il ciclo d’oro del Drago, dal 1962 al 1966: quattro
vittorie, su sei carriere corse, ottenute con quattro fantini diversi.
Con l’esclusione di Topolone, le attenzioni sono puntate sulla quasi omonima Topolona
e sui cavalli che hanno già vinto in precedenza, Beatrice e Danubio.
Nelle prove c’è molto movimento soprattutto nell’Istrice che prova Peppinello e Parti e
vai, dando poi fiducia a Pel di Carota che aveva corso la prima prova nella Pantera.
Cambio di monta anche nella Chiocciola con Tristezza che prende il posto di
Lenticchia, mentre è molto discussa la monta di Mezzetto nel Nicchio.
La mossa ha un allineamento praticamente perfetto, partono in testa Oca, Pantera e
Giraffa. Il fantino dell’Istrice ostacola la Lupa e Bozzolo cade quasi subito.
A San Martino prende il comando la Chiocciola, ma è ben presto superata dalla Giraffa.
Si fa luce anche la Selva che ha recuperato dopo una partenza mediocre.
Al primo Casato c’è una caduta generale, vanno in terra l’una dopo l’altra: Chiocciola,
Oca, Pantera, Nicchio e Bruco, restano in corsa Giraffa e Selva, il Drago è terzo. Nelle
retrovie c’è l’Istrice il cui fantino porta a spasso lo scosso della Lupa tenendolo per le
briglie.
Il Palio sembra una questione a due fra Giraffa e Selva, che si alternano al comando, ma
sia Canapetta che Morino hanno delle incertezze che favoriscono il recupero di Bazza
nel Drago.
Al terzo San Martino il cavallo della Giraffa è stremato, Canapetta non riesce più a
controllarlo e Falco allarga verso i materassi: per un attimo la Selva si ritrova prima.
L’illusione per il debuttante Morino è brevissima, Bazza e Topolona hanno una marcia
in più e portano il cencio nel Drago.
Botte nel dopo-Palio al fantino Mezzetto da parte dei nicchiaioli, mentre Pel di Carota
viene squalificato per otto Palii.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)
|