(Scansino) 7/29 Nato a Tivoli (RM) il 15 gennaio 1877 Morto a Tivoli (RM) il 20 gennaio 1952 Fratello di Scansinetto (Antonio Fradiacono)
* Palio alla Romana non assegnato per incidenti. 1 Palio straordinario. 2 Palio straordinario a sorpresa. ![]()
"L'assassino con la pistola", potremmo definire così Domenico Fradiacono detto "Scansino", fantino nato a Tivoli nel 1877 da Mariano e Caterina Stefanini, vincitore di sette Palii su ventinove corsi dal 1896 al 1919. Antiche testimonianze, giunte sino a noi, ricordano che Scansino nei giorni di Palio portava con sé una rivoltella che teneva sempre a portata di mano per ogni evenienza... La sua fu una carriera molto altalenante: dagli inizi folgoranti, tre vittorie nelle prime quattro presenze, a lunghi periodi di magra e di assenza fino ad un'illusoria "seconda giovinezza". Scansino arrivò in piazza nel 1896, anno davvero particolare nella storia con ben quattro carriere in programma, con lo spostamento del Palio ordinario di agosto al giorno 25 e con la disputa di uno straordinario nel tradizionale giorno del 16. La prima vittoria arrivò al debutto: il diciannovenne di Tivoli, montato dalla Torre su Farfallino, partì ultimo causa il duro ostacolo subito alla mossa da Massimino nell'Onda, nonostante ciò Scansino iniziò una rimonta formidabile ed al terzo Casato superò Mugnaino che nella Chiocciola aveva condotto la carriera sin dai primi metri. Subito idolo dei torraioli Scansino fu costretto a saltare il Palio "straordinario" del 16 agosto per un infortunio subito a Roma: per la Torre fu un duro colpo visto che in quella carriera ci fu il celebre tradimento di Ansanello che si vendette sfacciatamente all'Oca. La Torre, però, ebbe subito l'occasione per rifarsi sfruttando il "bizzarro" calendario paliesco di quell'anno e l'estrazione al posto dell'Aquila che per protesta rifiutò la partecipazione a quella anomala carriera del 25 agosto. Tornato in salute Scansino montò Febo, cavallino debuttante che poi entrerà nella storia con quattro vittorie su quattro carriere disputate, centrando uno storico cappotto, il secondo della Contrada di Salicotto dopo quello del 1787. Quel Palio fu vinto anche sfruttando uno storico raggiro messo in atto da un mangino torraiolo ai danni del fantino della Civetta Genesio Sampieri detto "Il Moro" che montava il miglior cavallo del lotto. I due s'erano accordati prima del Palio affinché Il Moro favorisse la Torre dietro un congruo compenso in denaro. Il fantino della Civetta, trovatosi in testa al secondo Casato, fece, infatti, spazio a Scansino che andò comodamente a vincere. Con la Torre in festa, Il Moro si recò subito dal vinaio, presso cui doveva essere depositato il suo compenso, ma con suo enorme disappunto al posto del danaro trovò solo un soldo di vino. A nulla valsero le proteste del fantino che nei giorni seguenti venne anche alle mani con l'astuto mangino che l'aveva beffato così clamorosamente. Ormai protagonista, l'affermato Scansino poté permettersi il "lusso" di cadere nello straordinario del 23 settembre del 1896, che segnò così la sua prima sconfitta. La delusione durò poco, fino a quando nel Palio successivo Scansino ritrovò Febo sul suo cammino. Montato dalla Giraffa il fantino di Tivoli fu di nuovo autore di un "Palio d'attesa": terzo fino all'ultimo Casato sfruttò l'ostacolo reciproco tra Tabarre nell'Istrice e lo sfortunatissimo Mugnaino nella Chiocciola, riuscendo a beffare entrambi negli ultimi metri. Dopo la terza vittoria, inaspettatamente, per Scansino arrivò il primo momento negativo di una carriera che si preannunciava straordinaria. Assente nel biennio 1898-99, pure l'inizio del nuovo secolo non fu all'altezza degli sfavillanti esordi: ci volle un nuovo Palio caratterizzato da uno storico tradimento per far tornare il fantino laziale al successo. Nel luglio 1901 nel Nicchio, con l'esordiente Nocciola, Scansino partì tra i primi, ma comunque molto distaccato dalla Chiocciola che con Fiammifero sembrava aver subito ipotecato la vittoria. Tra lo stupore generale, pare per favorire l'Oca, che con il Nicchio inseguiva a distanza, il fantino di San Marco scese da cavallo al secondo Casato e così Scansino, dopo un breve duello con Beppino, giunse alla sua quarta vittoria in appena otto presenze ! Confermandosi fantino scaltro e furbo, abile a sfruttare gli errori altrui, centrò il suo quinto Palio il 16 agosto 1902 nella Tartuca. Scansino, con un baio debuttante di poche speranze, pur partendo bene, non sembrava in grado di contrastare i cavalli più forti, ma al primo Casato, riuscì a prendere il comando sfruttando l'ostacolo reciproco tra le battistrada Civetta e Leocorno. Il periodo più negativo di Scansino cominciò proprio dopo questa vittoria: già nello straordinario del 28 settembre si salvò a stento dall'ira dei torraioli che lo inseguirono fino nella Pantera per vendicare il duro ostacolo portato alla loro contrada dall'ex idolo del cappotto del 1896. Negli anni successivi, se si esclude la vittoria sfiorata nell'Istrice nell'agosto 1904 con Ida, la stella di Scansino sembrò offuscarsi definitivamente e l'assenza nel biennio 1905-06 pareva essere una conferma. Proprio in quegli anni si cimentò nel Palio il fratello minore di Domenico, Antonio detto "Scansinetto" che corse tre volte gettando al vento la possibilità di vincere il Palio di luglio del 1906 per il Nicchio, i cui contradaioli, nel dopo corsa, non esitarono a dimostrare il loro disappunto verso il malcapitato "fratello d'arte". Rientrato nel 1907, Scansino continuò ad inanellare prestazioni negative e ci volle un sostanzioso aiuto della Dea Bendata per far riassaporare il successo al fantino di Tivoli dopo ben sette anni di attesa e delusioni. Fu un Palio davvero incredibile quello corso il 4 luglio 1909 con la Civetta nettamente in testa fino al terzo giro presso la Cappella, dove Martellino, fantino della Torre rimasto indietro di un giro, si fermò inspiegabilmente a nerbare furiosamente Testina. Nel parapiglia violento ed improvviso si perse anche Rancani nella Chiocciola e l'esperto Scansino riuscì a cogliere l'attimo, portando il Palio nella Lupa. Di nuovo nell'olimpo paliesco Domenico Fradiacono centrò la sua settima ed ultima vittoria nell'agosto 1910 per i colori della Tartuca, in una corsa dominata sin dalla mossa con la portentosa Stella. Nel luglio 1912, nel Nicchio, ebbe l'ultima occasione per vincere ,ma non andò oltre il secondo posto dietro al Bruco con Nappa su Farfalla. Proprio nel Bruco, nell'ultimo Palio a sorpresa della storia, Scansino terminò la sua carriera, dopo ben sei anni di assenza, "ripescato" per sostituire uno dei fantini infortunatosi il giorno precedente. Il vecchio leone partì nettamente in testa, ma già a San Martino la potente azione dei suoi rivali cancellò il suo spunto alla Mossa che era stato degno dei tempi migliori. Tradito dall'avanzare degli anni e scarsamente considerato da contrade e collegh, Scansino tentò di rientrare nel giro paliesco fino al 1921 per poi ritirarsi nella natia Tivoli dove morì nel 1952. ![]() ![]()
Connotati fisici: statura e fronte giusta - occhi neri - naso regolare - bocca e mento giusta - capelli-ciglia-sopracciglia neri - barba nera - faccia rotonda - colorito pallido - corporatura snella. ![]() ![]() |