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16 agosto 2007
LEOCORNO

L'ordine è quello di entrata fra i canapi e il grassetto indica la vincitrice
In questo colore le contrade estratte a sorte
Cliccando sui nomi dei cavalli, su quelli dei fantini e sulle immagini, si apriranno le relative pagine

* Fantino esordiente

Gridu di Gallura GIRAFFA
Giordhan CHIOCCIOLA Salasso
Brento LEOCORNO Scompiglio *
Choci BRUCO Tittia
Ermellyno ONDA Bighino
Elisir di Logudoro ISTRICE Brio
Estremo Oriente VALDIMONTONE Trecciolino
Elmizatopec CIVETTA Gingillo
Favella LUPA Vittorio
Fedora Saura DRAGO Sgaibarre

MOSSIERE: Dino Costantini






CAPITANO: Luigi Fumi Cambi Gado
MANGINI: Pietro Casini e Randolfo Pellegrini
PRIORE: Mario Minucci
BARBARESCO: Roberto Oddo

La contrada non vinceva dal 2 luglio 2001
Primo palio vinto da questo fantino




Gode Pantaneto. Gode l'esordiente Jonatan Bartoletti detto Scompiglio. Gode Capitan Fumi e il suo staff e gode soprattutto il popolo del Leocorno, esemplificazione di come il Palio non sia affatto un gioco esclusivo riservato a ricchi e potenti. A volte basta il calore di una Contrada, il feeling tra un cavallo esperto e grintoso e l'euforia giovanile di un fantino che su quell'anello di tufo vuole lasciare la sua impronta indelebile. Basta poco e in Piazza del Campo i sogni si realizzano come nelle favole. Perché quella di Jonatan Bartoletti detto Scompiglio e Brento è una favola. La favola del fantino che cerca un'occasione e quando alla fine ce l'ha riesce a sfruttarla. La favola del cavallo sfortunato, escluso, messo ai margini del Palio che in meno di un mese e mezzo si rialza, riparte e vola sul tufo fino al terzo bandierino. E' dolce la notte in Pantaneto, fatta di rullo di tamburi, sventolio di bandiere e canti verso il cielo stellato e le tenebre non attutiscono una gioia destinata a sconfinare molto oltre la fine dell'estate. Il ritorno sul verrocchio di Dino Costantini ha coinciso con una mossa rapida, appena venti minuti, e pensare che le premesse non erano per niente buone. Quattro avversarie sul tufo, Contrade potenti con i cavalli più ambiti e ben cinque barberi esordienti su dieci. Tutte variabili che rischiavano di creare problemi su problemi in partenza e invece, ancora una volta, il Palio ha dimostrato che non ci sono regole. Alle 19,12 l'uscita dei cavalli dall'Entrone, quindi l'attesa per quella busta che rapidamente è scesa dal palco dei Capitani fino ad arrivare nelle mani del mossiere. Poi la chiamata: Giraffa (Luca Minisini detto Dè e Gridu), Chiocciola (Alberto Ricceri detto Salasso e Giordhan), Leocorno (Jonatan Bartoletti detto Scompiglio e Brento), Bruco (Giovanni Atzeni detto Tittia e Choci), Onda (Valter Pusceddu detto Bighino e Ermellyno), Istrice (Andrea Mari detto Brio e Elisir Logudoro), Valdimontone (Luigi Bruschelli detto Trecciolino e Estremo Oriente), Civetta (Giuseppe Zedde detto Gingillo e Elmizatopec), Lupa (Gianluca Fais detto Vittorio e Favella) e di rincorsa il Drago (Antonio Villella detto Sgaibarre e Fedora Saura). Subito dopo l'ingresso della nona Contrada la sensazione è che la mossa non sarà interminabile. L'allineamento più o meno è subito abbastanza valido, anche se non mancano delle eccezioni. La pressione nella parte centrale del canape crea problemi soprattutto a Bruco e Onda, rispettivamente al quarto e quinto posto. Sia Choci che Ermellyno non riescono a restare con il petto sul canape e arretrano perdendo la posizione. Il mossiere Costantini dopo soli due minuti decide di far uscire tutti. Si ricomincia ma i problemi restano i soliti. Le nove Contrade al canape sono in pratica divise in due parti, con grande spazio tra l'Onda e l'Istrice. Qualche problema anche nella parte bassa dove la Chiocciola chiede spazio. In certi momenti la mossa sembra comunque imminente, tanto che il mossiere pronuncia il fatidico «avanti Drago» che sulle prime Villella non asseconda. Serve un'altra uscita dal canapi, ma quando si torna dentro è la volta buona. Il Drago rompe gli indugi e dà la rincorsa: si parte! La Chiocciola schizza in testa seguita da Giraffa e Leocorno, prima della curva di San Martino la Giraffa è davanti, Salasso sembra rallentare, mentre il Drago all'esterno si porta in testa. Il Leocorno è quarto, ma Jonatan è pronto a confezionare il suo capolavoro. Richiama un attimo Brento e quando Giraffa, Chiocciola e Drago allargano la traiettoria li infila tutti all'interno, uscendo in testa dalla curva. Cade Sgaibarre, cade Salasso, dietro al Leocorno resta la Giraffa, poi lo scosso del Drago, il Bruco, l'Onda e il Valdimontone. In quest'ordine al primo Casato, alla mossa e anche al secondo San Martino. Scompiglio controlla senza problemi il suo primo posto e al secondo Casato arriva un'altra svolta. Tittia nel tentativo di recuperare Fedora Saura scossa tocca il colonnino e cade, coinvolgendo anche l'Onda. L'ultimo giro è un discorso tra Leocorno e Giraffa, ma Brento e Jonatan Bartoletti non lasciano spazio a chi insegue, fino allo scoppio del mortaretto.

(Da "La Nazione del 17 agosto 2007)


























LE CADUTE DEI FANTINI




















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