Dopo Aceto anche Cianchino si rilancia uscendo da un periodo di crisi acuta seguita agli esordi sfolgoranti.
Alla vigilia l'incertezza regna sovrana, nessuno dei dieci cavalli scelti ha mai vinto in precedenza.
L'esperto Ascaro, per la terza volta nella Selva, non pare dare grosse garanzie, l'alternanza di tre fantini col giubbetto di Vallepiatta ne è la conferma. Anche le altre monte non sono molto stabili, nel Leocorno Falchino sostituisce Legno, anche nel Bruco e nel Nicchio si cambia monta a ripetizione.
Proprio i movimenti della Contrada dei Pispini danno la svolta al Palio, dopo aver provato Tremoto e data per sicura la monta di Misdea, la sera della Prova Generale arriva Cianchino che il Bruco ha sostituito con Aceto.
Nel Nicchio questo cambio di monta suscita molti sospetti, la Cena della Prova Generale si tiene in un ambiente tesissimo, la gran parte dei nicchiaioli crede a una manovra per favorire il Bruco, Contrada alla quale Cianchino è molto legato. I cavalli di Drago e Torre arrivano al Palio in precarie condizioni fisiche.
La mossa è abbastanza rapida, parte in testa il Bruco seguito dal Nicchio e dalla Torre, mentre Civetta e Leocorno si ostacolano reciprocamente, a San Martino girano tutti. Al Casato, dopo un ottimo spunto, cade il Leocorno trascinando con se Selva, Lupa e Pantera.
Restano a contendersi il Palio Bruco e Nicchio, quasi a conferma di tutti gli intrighi della vigilia.
Aceto conduce alla grande il modesto Sirlad, ma Cianchino non molla di un millimetro e spinge forte Orion.
All'inizio del secondo giro la svolta, Cianchino affianca Aceto che risponde a nerbate, il fantino del Nicchio passa dall'esterno e prende il comando.
Il cavallo del Bruco è sfinito, Cianchino, dopo l'ultimo brivido provocato da due scossi che procedono in senso inverso, alza il nerbo ben prima del terzo bandierino, sancendo un successo ottenuto in condizioni difficili, con tutti contro.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)

















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