Aceto entra nella leggenda, dopo sette anni di sconfìtte ed un anno di assenza, vince il quattordicesimo Palio stabilendo il record assoluto del secolo. Ben quattro cavalli presenti hanno già vinto in precedenza. Benito, al suo quindicesimo ed ultimo Palio, tocca alla Giraffa con Bastiano. Galleggiante, per la seconda volta consecutiva nell'Aquila, viene affidato al rientrante Aceto che ha già montato il cavallo nelle due Carriere del 1988.
Uberto va nel Montone dove si rivede Il Pesse, infine l'eterno favorito Figaro va nell'Istrice e viene montato per la seconda volta di fila da Bonito da Silva.
Nelle prove si registrano molti infortuni che provocano tre cambi di monta. La Pantera dopo aver provato Tredici è costretta a rinunciare a Bazzino, infortunatosi alla terza prova, viene "ripescato" Legno, assente da nove anni.
Nell'Oca si fa male Cianchino alla quarta prova e viene sostituito da Bufera, nel Drago salta l'esordio del giovane Stoppa a cui subentra Spirito.
Alla mossa si consuma uno spettacolare scambio di nerbate fra Pantera e Aquila, capitate l'una di fianco all'altra. Legno è deciso a ostacolare Aceto, ben presto si passa dalle parole ai fatti, si alzano i nerbi e volano colpi tremendi fra i due avversari.
Il Mossiere abbassa i canapi, mentre gli altri provano la mossa, Aceto insegue Legno in senso contrario, volano altre nerbate e ci vuole tempo per ristabilire la calma. Al ritorno fra i canapi continuano le scaramucce fra Pantera e Aquila, quando il Nicchio entra ed Aceto parte ultimo.
Il Bruco va in testa, ma a San Martino è prima la Pantera, Legno dopo aver relegato Aceto all'ultimo posto sta correndo alla grande.
Nelle retrovie il Nicchio cade non prima di aver mandato sul tufo il favorito Montone. Al primo Casato, Legno è sempre primo, ma Aceto è già secondo dopo aver superato lo scosso del Nicchio, l'Oca e il Drago cadono.
Il colpo di scena arriva davanti il Palazzo Comunale, Legno, stranamente sbilanciato, cade goffamente aggrappandosi alle briglie di Zucchero. Aceto passa in testa, Galleggiante vola e l'Aquila non ha più ostacoli.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)
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