Le Contrade ed il Palio costituiscono uno tra gli esempi più mirabili
e riconosciuti, ormai a livello mondiale, nell’ambito della salvaguardia
delle cosiddette "tradizioni". In effetti nella nostra vita
contradaiola quotidiana facciamo costante riferimento a quanto ci è
stato tramandato dalla "tradizione": vuoi per dirimere contrasti sulle
scelte da fare o sui comportamenti da tenere, vuoi per accettare o
respingere le innovazioni che si presentano o che vengono proposte
dall’incalzare dei nuovi modelli offerti dalla società che ci circonda.
Ma la tradizione forse più vera della vita contradaiola è consistita nel
sapersi sempre adeguare ai tempi, ovvero nel saper vivere la Contrada
modificando i modelli di comportamento "tradizionale" secondo le
necessità indotte dalla realtà della società del momento. Non comportamenti
codificati e ingessati dunque, ma un modo esclusivamente
senese di vivere la quotidianità, arricchendola con costumi che
continuano il vissuto attraverso i secoli e non con riti che banalmente
resuscitano il passato.
Circa 15 anni or sono fu comunque avvertita dal Magistrato delle
Contrade l’esigenza di fissare sulla carta alcuni aspetti nei quali la
nostra "tradizione" potesse, da quel momento in poi, essere fermata,
fotografata una volta per tutte, e codificata in un "rituale", per
sottrarla agli individualismi e alle mode effimere, pur lasciandola aperta
e disponibile agli opportuni adeguamenti.
Fu facile e naturale realizzare questo per il "Calendario delle onoranze
e delle manifestazioni ufficiali", ma fu invece innovativo, oltre
che utile, per la "Presenza e comportamento delle rappresentanze in
costume" e per le "Forme di presenza di ciascuna Contrada nei territori di altre Contrade";
fu forse elemento di rottura per i "Principi di
autoregolamentazione delle manifestazioni organizzate dalle
Contrade". Innovativo perché mai si era sentita la necessità di
formalizzare in un testo scritto alcuni temi per certi versi delicati
come quello dei territori, di rottura perché sembrò intromissione troppo
pesante del Magistrato cercare di regolare una "sregolatezza" di
comportamento delle Contrade nelle manifestazioni pubbliche divenuta essa stessa tradizione.
La scelta si è rivelata giusta, la tradizione è stata codificata senza
imbalsamare il rito ed in questo anche il contributo degli Economi
delle Contrade è stato importante.
Oggi il Rituale Contradaiolo, sottoscritto dalle diciassette consorelle,
viene confermato ed aggiornato in alcuni suoi aspetti non marginali,
a testimonianza di un’attenzione vigile e di una cura amorevole verso
il nostro quotidiano essere contradaioli e come espressione della precisa
volontà di non consentire alle pressanti "modernità" di stravolgere
oltre misura il nostro modo di vivere e di interpretare l’appartenenza
ad una città ed alla sua storia. Seguire le norme proposte dal
Rituale è uno dei modi attraverso i quali le nostre diversità possono
continuare a consolidare l’indispensabile unità dei diciassette popoli
nella comune Senesità, unica difesa delle nostre tradizioni.
1° dicembre 2003, S.Ansano
La Commissione

Indice
Presenza e comportamento delle rappresentanze in costume
Forme di presenza di ciascuna contrada nei territori di altre contrade
Calendario delle onoranze e manifestazioni ufficiali
Principi di autoregolamentazione delle manifestazioni organizzate dalle contrade e disposizioni varie