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PROVVEDI LORENZO
(Renzino) 1/1

Nato a Gaiole in Chianti (SI) il 10 aprile 1911 (vedi Stato delle Anime)
Morto a Pontignano (SI) il 27 maggio 1991


1. 2 luglio 1945 LUPA Mughetto

 

È l'unico fantino che la storia ricordi ad aver vinto l'unico Palio corso.
Partecipò comunque ad altre prove: la prima del Palio del 16 agosto 1945 nella Civetta; le prime quattro in quello del 16 agosto 1946 nella Lupa e la prima del 2 luglio 1948 nella Giraffa.
- Egli è uno dei quattro fantini della Storia del Palio di Siena che vinsero da esordienti e restarono anche imbattuti a fine carriera, poiché o morirono improvvisamente dopo l'ultima vittoria sul Campo o si ritirarono (Renzino). Essi sono Biggèri, Ciocio, Folaghino e Renzino.





Nato a Gaiole in Chianti nel 1911, la sua breve carriera da fantino si incrociò con le vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale. Il Palio del 2 luglio 1940 era stato sospeso a causa dell’inizio delle ostilità e venne corso solo 5 anni dopo, a guerra terminata. La voglia di Palio in città era tanta certo, ma le difficoltà non mancavano: la guerra aveva portato via molti contradaioli, chi non c’era più, perito in battaglia o morto di tifo, chi invece sarebbe tornato solo in seguito perché prigioniero. L’unico cavallo non esordiente alla Tratta era il superbo Folco, che sul tufo aveva raccolto già 6 successi: inutile dire che chi pescava il sauro di sangue maremmano sarebbe stato il grande favorito di quella Carriera. Folco andò alla Giraffa e le altre Contrade baciate dalla sorte parevano essere Bruco (Salomè) e Selva (Montecucco). La Lupa pescò Mughetto, un cavallo robusto che veniva utilizzato per il traino del barroccio di un ortolano. In Vallerozzi si cerca un fantino che possa montare questo cavallo così inesperto: Tripolino non ne vuole sapere e si accorda con la Giraffa per montare Folco, così la scelta si complicava visto che Biondo, Pietrino, Ganascia e Porcino sono già accasati in altre Contrade. Venne chiamato un certo Fé Rossi che inizialmente accettò con riserva ma che poi si rifiutò di correre: alla prima prova, dopo aver tentato invano di trattenere il cavallo, cadde al Casato e Mughetto proseguì scosso, tra l’altro lasciando una buona impressione. La Contrada aveva bisogno di un nuovo fantino e il Capitano Bargagli Petrucci si dimise per motivi personali. Il nome di Lorenzo Provvedi fu fatto dal Professor Mario Bracci, contradaiolo e Rettore dell’Università di Siena, in seguito Ministro nel Governo De Gasperi e giudice della Corte Costituzionale. Provvedi era lo stalliere del Professor Bracci nella tenuta di Pontignano e al nuovo Capitano Cinquini non restò altro che accettare di farlo provare. Si narra che Lorenzo non conoscesse nemmeno i colori delle Contrade e che per istruirlo in proposito si fece ricorso al Parroco di Pontignano; inoltre, arrivato a Siena, domandò quanto dovesse pagare per correre: resosi conto che erano i fantini a venire retribuiti, chiese che il pagamento venisse effettuato prima della Carriera. Provvedi non era comunque l’unico dilettante allo sbaraglio, ve ne erano altri 4, tra i quali Gioacchino Calabrò che studiava all’Università, e Primetto Cortigiani che si guadagnava da vivere facendo lo spazzino. Le prove furono convincenti e per Lorenzo, ormai divenuto “Renzino”, arrivò il giorno dell’esordio. Prima della Carriera fu convinto a prendere una pastiglia di simpamina, uno stimolante che dopo alcune ore lasciava rintontiti: un guaio se i tempi della mossa si fossero allungati. Renzino era di rincorsa e per due volte entrò fra i canapi al passo, ingannando alcuni fantini avversari, che caddero rovinosamente. In quei momenti concitati, Tripolino avvicinò Renzino cercando di stabilire un compenso in caso di vittoria: “Dieci” disse il fantino umbro, intendendo 10000 Lire; “Venti” rispose Provvedi senza capire ciò che stava dicendo, ovvero che offriva 20000 Lire. La terza mossa fu quella buona e la Giraffa prese subito il comando; Renzino inseguì per i primi due giri di Piazza, poi al terzo San Martino, passò all’esterno Tripolino nello stupore generale. Fu visto davanti al palco delle comparse con lo zucchino calato sugli occhi e, arrivato primo all’arrivo, continuò la sua corsa fino a San Martino, dove venne bloccato dal cognato: evidentemente aveva perso il conto dei giri. La Lupa aveva vinto e Lorenzo Provvedi, lo stalliere di Pontignano, fu portato in trionfo. Prima della Cena della Vittoria la Contrada organizzò anche una gita a Pontignano in onore del fantino portandosi dietro il drappellone. Renzino venne ingaggiato ad agosto per montare Folco nella Civetta, ma dopo la prima prova venne schiaffeggiato e minacciato da alcuni istriciaioli; Renzino ritornò in Contrada, prese la moto e scappò a Pontignano, nella tenuta dove aveva sempre lavorato, con l’intenzione di non correre mai più. Tornò a Siena un anno dopo, di nuovo nella Lupa, ma venne bloccato da un infortunio dopo un duro scontro con Ruscetto, il fantino dell’Aquila. Nel 1948 fece una prova con la Giraffa ma non corse. Si ritirò da imbattuto, con 1 vittoria nell’unico Palio disputato, rimanendo così nella storia del Palio e nella memoria di un’intera città.

Testo ricavato da Daccelo! Cronache, personaggi e numeri di un secolo di Palio, a cura di Roberto Filiani


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