MANGINI: Federico Cappannoli, Massimo Marzucchi, Alessandro Panichi, Alessandro Pettorali
È Bruco. Il grido si è levato dalla Piazza. Pronostici saltati. Le favorite: Torre, Drago e Tartuca non ce l'hanno fatta.
Gingillo su Elisir Logudoro è stata l'accoppiata vincente per portare il trentasettesimo "cencio" al popolo del Bruco. Un'attesa breve, la loro, avevano vinto il 2 luglio del 2005.
Magnifica la rimonta del fantino su questo baio di 8 anni, anche lui alla prima vittoria.
Il mossiere Giorgio Guglielmi di Vulci aveva chiamato al canape Pantera, Valdimontone, Oca, Torre, Nicchio, Selva, Bruco, Tartuca, Aquila, con il Drago di rincorsa. L'attesa, mentre i cavalli cercavano l'allineamento, come al solito, ha caricato di elettricità l'aria. Il silenzio tangibile, con il quale la folla ha ascoltato gli ingressi, ha fatto presto a rompersi ed il nervosismo si è impadronito dei contradaioli. Troppa la smania di sapere l'esito di questa Carriera. Hanno aspettato per giorni, pregato e sognato.
Finalmente, dopo tre mosse non valide e quasi 45 minuti di attesa, sono partiti. In testa l'Oca, inseguita da Valdimontone, Pantera, Torre e Drago che, all'altezza di Fonte Gaia ha iniziato a sperare. Alla prima curva di San Martino aveva già superato l'Oca, terza la Torre e, dietro, il Bruco e la Pantera. Ancora primo all'ingresso della curva del Casato, per poco, il fantino cade, l'Oca sorpassa, inseguita dalla Torre e dal Bruco.
Dalla seconda curva di San Martino escono: Oca, il cavallo scosso del Drago, Bruco e Torre, mentre al successivo Casato il Drago si porta al terzo posto, fino a quando non raggiungono l'ultima curva di San Martino, che vede entrare per primo il Bruco, inutilmente inseguito da Oca, Drago e Torre. Sarà la Contrada di Barbicone ad alzare il nerbo in segno di vittoria. La Piazza si colora di giallo e verde.
Finisce qui, per chi non è di Siena, la cronaca della corsa. Per tutti gli altri continuerà. Il Palio, si dice in questa città carica di identità, "si corre tutto l'anno", nella parte più intima e meno mediatica. Dentro l'anima. Gelosamente racchiuso, ma disponile per chi ne sa apprezzare il valore, che va ben al di là dei tre giri sul tufo. È dentro le lacrime dei vincitori e degli sconfitti, gli abbracci e i colori delle 17 Contrade che anche il visitatore più sprovveduto capisce che questa festa ha qualcosa in più delle altre.
Il drappellone dipinto da Mario Ceroli è in Cattedrale. I brucaioli ringraziano la Madonna Assunta in Cielo alla quale è dedicato. Come per un miracolo ricevuto. Una gioia che si ripeterà, come da secoli, per rendere immortale la dedizione della città alla Vergine e l'unicità di un popolo che, a dispetto del tempo, continua a divertirsi e a credere in questa grande metafora della vita che è il Palio.
(Dal sito del Consorzio per la Tutela del Palio di Siena )
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