www.ilpalio.orgwww.ilpalio.org

2 luglio 1926
PANTERA



L'ordine è quello di entrata fra i canapi e il grassetto indica la vincitrice
In questo colore le contrade estratte a sorte
Cliccando sui nomi dei cavalli, su quelli dei fantini e sulle immagini, si apriranno le relative pagine
(Abbreviazioni: B=baio; G=grigio; I=isabella; M=morello; R=roano; S=sauro)

* Fantino esordiente

S. di N.Franchi ISTRICE Rombois
S. di M.Busisi SELVA Nocciolino II *
G. di G.Ricci ONDA Garibaldi
Giacca PANTERA Bubbolo
S. di M.Vannini CIVETTA Pirulino
G. di O. Fiaschi LEOCORNO Randellone
B. di E.Moretti LUPA Rossi Angelo
Norge OCA Picino
Margiacchina TARTUCA Porcino
S. di L.Franci CHIOCCIOLA Cispa

MOSSIERE: Adolfo Ponticelli






CAPITANO: Alessandro Cialfi
PRIORE: Pago Paghi

La contrada non vinceva dal 3 luglio 1904
Il fantino non vinceva dal 16 agosto 1914





   Ritorno al successo per la Pantera dopo ventisei anni e per il redivivo Bubbolo dopo dodici anni e la famosa coltellata del 1919. In Stalloreggi arriva la potente Giacca che viene subito affidata a Bubbolo. L'altra favorita è l'Oca con Norge e Picino, in Fontebranda sin dalla prima prova. La terza prova salta per pioggia, tuttavia non mancano cambi di monta, anche clamorosi. Nel Leocorno a Grattapassere viene preferito Randellone, lasciato libero dall'Istrice. Alla Prova generale si fa male Canapino della Civetta, a sostituirlo arriva Pirulino dalla Selva che è costretta ad affidarsi all'ultimo istante al debuttante Nocciolino II. Si corre alla presenza del Re Vittorio Emanuele III, accompagnato da altri importanti esponenti di Casa Reale. Dalla mossa esce prima l'Onda, seguita da Pantera ed Oca. Garibaldi gira primo a San Martino ma davanti al palco delle Comparse lascia il passo a Pantera ed Oca che rinvengono a doppia velocità. Bubbolo riesce a portare Giacca in testa, Picino segue a poca distanza, mentre in terza posizione si affaccia la Civetta. La carriera ha un andamento molto fluido e lineare, le posizioni di vertice restano immutate sino al termine. La Pantera vince con un tempo di poco superiore al 1'16", cosa impensabile per quel periodo in cui erano impiegati cavalli molto più lenti rispetto ad oggi.

(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)