- CINQUE SECOLI DI OPERE A STAMPA SULLE CONTRADE E IL PALIO -
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La notizia più antica certa relativa a un Palio corso a Siena è del 1239, anche se è sicuro che, come in altre città allora, la corsa dei cavalli fosse praticata già da molto tempo e qui già in età etrusca. La corsa fu per tanto tempo gestita interamente dal Comune di Siena, in particolare quella del 15 agosto per la festa dell'Assunta, solenne più di ogni altra perchè la Madonna fu proclamata Avvocata e Patrona della Città.
Tuttavia la lunga avventura dell'editoria inerente al Palio e alle Contrade di Siena inizia nel lontano 1506 quando lo stampatore senese Simone di Niccolò di Nardo pubblicò "La festa che si fece in Siena a dì XV di aghosto MDVI", scritta da un anonimo fiorentino che, esprimendosi in versi endecasillabi, narrò la "caccia" fatta quell'anno descrivendo anche i costumi, i colori e le insegne di dodici delle attuali contrade compresa la "Contrada dello Zoccolo", oggi non più esistente e che raggruppava forse i popoli del Bruco e della Lupa sotto l'emblema della potente famiglia Del Taja.
Le Contrade si erano organizzate spontaneamente in tempi diversi per fini ludici-feste rionali, cacce e palii con le bufale-che il potere politico al tempo di quell'antica stampa, incentrato per qualche anno nel tirannico Pandolfo Petrucci, ebbe tutto l'interesse a favorire. La città proseguiva in quel modo una tradizione di festosità ed eleganza nelle celebrazioni molto più antica e allora già famosa.
Si consolidò da allora una lenta ma costante produzione di "Ragguagli, Relazioni, Diari e Memorie" e ricordi variamente designati che furono dati alle stampe per fermare la memoria degli eventi e della loro festosa grandiosità. Gli eruditi del Cinquecento, Seicento e Settecento erano particolarmente impegnati ogni qual volta Siena era oggetto di qualche evento di rilievo come le visite dei governanti dell'epoca, in onore dei quali venivano organizzati festeggiamenti e corse del Palio. In questo panorama, in particolare nel '500, le Contrade ebbero una parte rilevante nella diffusione di una cultura popolare ben radicata, espressa in versi-le famose "Stanze"- composizioni in versi ridondanti di citazioni mitologiche e inneggianti per lo più alle consorelle organizzatrici di Feste rionali e Palii con le bufale o per onorare il Santo Patrono Titolare. Queste si distinguevano dalle controllate composizioni dedicate alle cerimonie religiose, nonostante la formale venerazione della Vergine e celebrazione dei santi delle chiese del rione.
Entro il Cinquecento, consolidata la dominazione medicea e la Riforma cattolica, le feste ebbero maggiore spazio, come dimostrano i componimenti e notiamo che un cospicuo numero di queste "Stanze" è concentrato negli anni 1581 e 1599. Gli eventi determinanti di quegli anni furono in primis le Feste organizzate dall'Istrice dal 29 giugno al 2 luglio 1581 in onore della "Assunzione della Vergine" dipinta da Simone Martini all'Antiporto di Camollia per l'annuale ricorrenza della Visitazione di Maria Vergine del 2 luglio. Nell'occasione il grande letterato Bellisario Bulgarini programmò un primo evento con la rappresentazione del "Trionfo dell'Onore" e a seguire un Palio con le Bufale da Piazza Tolomei alla Magione da corrersi nel pomeriggio del 2 luglio con in premio un drappellone di 15 braccia di broccato. Sempre nel 1581 fu corso il consueto Palio comunale "alla lunga" del 15 agosto organizzato dall'Aquila al quale parteciparono sette contrade, ognuna con il proprio carro allegorico. Fu la Carriera cui partecipò Virginia Tacci che montava il cavallo del Drago. L'originalità della donna fantino fu molto apprezzata e ampiamente ricordata in altre "Stanze" e relazioni. Nel 1599 furono disputate alcune Bufalate alla Tonda con particolare risonanza di quella del 16 agosto organizzata dalla Lupa.
Nel Settecento le pubblicazioni vennero prodotte in occasione di eventi particolari e visite di illustri personaggi regali che si concentrarono più numerose nel 1717 per l'ingresso a Siena di Beatrice Violante di Baviera designata come governatrice di Siena e del suo Stato dal granduca e nel 1767 per la visita del Granduca Pietro Leopoldo con la consorte Maria Luisa di Borbone, poi nel 1786 per la visita degli Arciduchi d'Austria con le famiglie e infine nel 1791 in occasione della visita inattesa di Ferdinando III Arciduca d'Austria e Granduca di Toscana che accompagnava Ferdinando IV Re di Napoli con le famiglie e la corte.
Dai primi dell'Ottocento, accanto alla produzione tradizionalmente riservata agli eruditi accademici, vediamo il sorgere di pubblicazioni edite dalle Contrade più strutturate rispetto al passato, in genere piccoli opuscoli predisposti come omaggio per i propri Protettori e i contradaioli in occasione della Festa Titolare diffondendo notizie storiche e artistiche che ebbero il merito di rafforzare l'identità della propria contrada. Nella seconda metà del secolo questi opuscoli diventeranno parte preponderante della produzione in materia.
Nel Novecento poi, accanto alle emissioni delle contrade divenute ormai costanti e tradizionali, vengono pubblicate le opere di acclarati e autorevoli storici come A.Comucci, P.Misciattelli, V.Grassi, W.Valsecchi, G.Parenti, G.Zazzeroni, G.Cecchini, solo per citarne alcuni, che ancora oggi sono un passaggio obbligato per ogni ulteriore studio.
Nella seconda metà del secolo seguiranno eccellenti studi e bellissime pubblicazioni curate da tutti gli storici che la città di Siena può vantare.
Negli ultimi decenni, infine, una vera e propria ondata editoriale ha investito il Palio e le Contrade analizzandoli in ogni loro aspetto: da quello antropologico, storico e iconografico a quello religioso, sociale e artistico, a quello fotografico, archivistico e bibliografico. Ogni contrada ha contribuito a questa approfondita conoscenza tramite pubblicazioni delle proprie caratteristiche peculiari a cui si sono affiancate, oltre a film divenuti famosi, quelle degli editori privati e degli enti più coinvolti dalla loro attività e successo. Dal Comune e sua biblioteca fino al Monte dei Paschi, alle Accademie dei Rozzi e degli Intronati in particolare; le opere sono state numerose anche in lingua straniera per chiarire la natura della Festa a livello mondiale dove l'interesse della stampa e della cinematografia è stato crescente.
Per favorire un approccio alle pubblicazioni, necessario per approfondire i vari aspetti della Festa, si presenta qui un elenco delle opere a stampa di vario genere che si sono succedute da quel lontano 1506. Data la vastità delle pubblicazioni sulla nostra grande Festa, le pagine esposte rimangono ovviamente aperte a integrazioni. Abbiamo dovuto omettere di elencare gli innumerevoli saggi e articoli di autorevoli scrittori apparsi all'interno dei più prestigiosi quotidiani, periodici e riviste sia nazionali che estere come la "Miscellanea Storica Senese", il "Bullettino Senese di Storia Patria", "La Nazione", "La Balzana", "La Diana", "El Pais", "Accademia dei Rozzi", il "National Geographic", "Historia", "Storia Illustrata", "L'Illustrazione Italiana", "Le vie d'Italia", "Il Campo", "The Smithsonian" "Urban Antropology", "American Ethnologist"; "Emporium", il "Touring Club", "Il Nuovo Corriere Senese", "Epoca", "Terra di Siena", "Il Carroccio" e molte altre.
Sergio Ghezzi
Hanno contribuito alla stesura di queste pagine: Mario Ascheri, Giordano Bruno Barbarulli, Mauro Bruschettini, Flavio Ceccotti, Riccardo Cerpi, Maria Vittoria Ciampoli, Andrea Corti, Alessandro Ferrini, Fabrizio Filoni, Alberto Fiorini, Francesco Flamini, Guido Galgani, Sergio Ghezzi, Fabio Landini, Alessandro Leoncini, Paolo Leoncini, Elio Mancusi, Orlando Papei, Cecilia Papi, Nicola Peccianti, Ettore Pellegrini, Gian Piero Petri, Maurizio Picciafuochi, Armando Santini, Franco Semboloni, Virginia Stasi, Francesco Tiravelli nonché la Biblioteca Comunale degli Intronati, l'Archivio della Contrada Sovrana dell'Istrice e l'Archivio della Contrada della Torre.
Un ringraziamento particolare a Ettore Pellegrini che ci ha permesso di accedere alla sua ricca raccolta e alla sua bibliografia che è stata la guida iniziale per questo nostro lavoro.
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