Un'ora e otto minuti per partire. E durante questo tormentoso vagolare dei cavalli in mezzo ai canapi, ferri che partono (Berio), cavalli che si infortunano - Brento per la Selva dovrà rinunciare alla Carriera - ben dieci uscite dai canapi e una mossa invalidata, secondo un ragionamento che resta patrimonio esclusivo del solo mossiere Giorgio Guglielmi Di Vulci.
Poi, l'intricata matassa della partenza si dipanerà secondo canoni imperscrutabili, e il Palio avrà ben presto la sua evoluzione finale. Quando la Lupa con il Pes va di rincorsa, si pensa che l'esperto fantino finirà per dirimere le controversie della partenza con buona lena. Ma non sarà così.
Fra i canapi alcuni cavalli danno evidenti segni di nervosismo, in particolare Varco II, le cui coppiole dirompenti inducono spesso il mossiere a far uscire i cavalli. Una grande ammucchiata in basso obbliga il mossiere alla seconda uscita, ma stavolta ci sarà da attendere perché Berio, il cavallo della Tartuca, si sferra.
Il capitano Arezzini si precipita sul tufo, per rendersi conto della situazione, ma il cavallo non subisce danni e l'accoppiata tartuchina può rimettersi in posizione di guerra. Arezzini, dopo un dialogo con Trecciolino, torna nel palco. Dopo un'altra mezz'ora di inutili schermaglie, e soprattutto dopo l'invalidamento di una mossa che sembrava regolarissima (Selva, Pantera e Tartuca erano partite per prime), si infortuna il cavallo della Selva: Brento rientra nell'entrone seguito da Sgaibarre, fantino esordiente solo per la segnatura, e dai dirigenti della Selva. Al cavallo viene diagnosticata una zoppia di terzo grado, con ferita lacero contusa di dieci centimetri sulla tibia destra, provocata dal calcio di un cavallo.
In nove, si continua ancora la guerriglia per un quarto d'ora, e finalmente il Pes entra, senza che il mossiere, stavolta ci metta lo zampino. Salasso è il più pronto di tutti e l'Onda balza in testa, incalzata dalla Tartuca e dal Leocorno. Berio accenna subito le sue note trionfali, e copre Alesandra con grande facilità.
Al primo San Martino la sinfonia di vittoria della Tartuca è già iniziata: seguono Onda, Leocorno, Lupa e poi le altre, che si contenderanno solo le posizioni di seconda fila.
Al primo Casato il Leocorno supera l'Onda e l'Oca lo affianca dal di dentro dopo un grande recupero. Ma non resterà spazio che per un meraviglioso secondo San Martino del Drago, che metterà in mostra le buone doti di tenuta di Altoprato.
Unico, assoluto protagonista vero, però resterà per i tre giri, soltanto Berio, condotto magistralmente da Trecciolino. La vittoria della Tartuca è imperiosa, conquistata con il tempo di 1.13.86.
Prima ancora che i cavalli fermino la loro corsa, un gruppo di contradaioli dell'Istrice piomba in pista e poco prima della Fonte riesce ad aggredire il Pes. Dopo il pestaggio del fantino, al quale viene imputato il non rispetto di alcuni patti precedenti, gli episodi di violenza continuano anche in via Sallustio Bandini.
Le telecamere mostrano le prime fasi del pestaggio al fantino. Una foto Ansa farà il giro del mondo, approdando sulla pagina del Corriere della Sera. I fatti del dopocorsa produrranno poi l'intervento sanzionatorio della giustizia paliesca e della magistratura con sei arresti di contradaioli di Camollia.
(Da "Palio un anno, 2002" di Daniele Magrini)
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