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16 agosto 1928
NICCHIO



L'ordine è quello di entrata fra i canapi e il grassetto indica la vincitrice
In questo colore le contrade estratte a sorte
Cliccando sui nomi dei cavalli, su quelli dei fantini e sulle immagini, si apriranno le relative pagine
(Abbreviazioni: B=baio; G=grigio; I=isabella; M=morello; R=roano; S=sauro)

* Fantino esordiente

Margiacchina NICCHIO Canapino I
Giacca CHIOCCIOLA Bovino
Gina TORRE Garibaldi
M. di B.Brandani TARTUCA Ulisse *
B. di V.Torrini AQUILA Rossi Angelo
S. di G.Fregoli PANTERA Smania *
Tripoli OCA Ruscetto *
Fiorello LUPA Pirulino
Lina BRUCO Porcino
Sauro di L.Franci ISTRICE Rancani

MOSSIERE: Giovanni Bagnoli


     



CAPITANO: Guido Rocchi
PRIORE: Vittorio de Santi

La contrada non vinceva dal 16 agosto 1927
Unico Palio vinto da questo fantino




Ancora una vittoria del Nicchio, in un Palio passato alla storia per i suoi numerosi colpi di scena. La tratta è ricca di soggetti ambiti, favorite d'obbligo sono la Chiocciola, con la coppia vittoriosa nell'agosto precedente, Bovino-Giacca, il Bruco con Lina ed il Nicchio con Margiacchina. Anche la Torre però spera nel successo grazie alla guizzante Gina, ad un grosso capitale accumulato dopo diciotto anni di delusioni ed all'appoggio dell'alleato Bruco. Il Palio si decide nell'ambito della rivalità che divide il Bruco e la Torre dal Nicchio, la vigilia è piena di manovre ed intrighi tesi a favorire la vittoria della Contrada di Salicotto. Il Nicchio si trova da sola a fronteggiare le due avversarie, anche perché l'Oca, priva di Picino, sembra destinata a recitare un ruolo di secondo piano con Ruscetto e Tripoli. Poco prima della carriera, un funzionario di polizia, avverso alla Torre, avvicina Porcino dicendogli che i soldi del partito fatto con la Contrada di Salicotto sono stati requisiti, è un fatto determinante, il fantino del Bruco decide di tirare a vincere. Rancani, al suo ultimo Palio, da la rincorsa, la Chiocciola, alleata di Bruco e Torre, ostacola in maniera decisa il Nicchio. Porcino parte primo con la svelta Lina, seguono la Torre, la Tartuca e la Lupa con Pirulino su Fiorello. Mentre i primi quattro girano a San Martino il Nicchio è ultimo all'altezza di Fonte Gaia. Il Bruco continua la sua corsa di testa, per molti ben presto Porcino tenterà di favorire la Torre, dalle retrovie inizia a farsi minacciosa la rimonta di Canapino e Margiacchina. Al secondo Casato cade la Tartuca, con Ulisse che si rompe una gamba, all'ultimo San Martino stessa sorte per la Lupa.


(La Nazione del 17 agosto 1928)

Ormai il Palio sembra una questione a due fra Porcino e Garibaldi, con il Nicchio che recupera sensibilmente terreno sulle due rivali. All'ultimo Casato il fantino del Bruco allarga la sua traiettoria verso i palchi, secondo alcuni per favorire la Torre, secondo altri per un cedimento della Lina. Garibaldi cerca di infilarsi nel varco lasciato libero, ma ormai ha alle costole Canapino che col nerbo si crea spazio, in un fazzoletto ci sono Nicchio, Torre e Bruco. Dall'interno Margiacchina prende il comando, con un guizzo irresistibile il Nicchio riesce ad avere la meglio sulle sue due rivali che vengono beffate all'ultimo istante.


   Nell'immediato dopo corsa, ci sono alcuni momenti di grande tensione, Porcino viene a sapere che i soldi del partito stipulato con la Torre non erano stati sequestrati e che il tutto faceva parte di una manovra "politica" messa in atto per impedire la vittoria torraiola.

(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)