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2 luglio 1923
LUPA



L'ordine è quello di entrata fra i canapi e il grassetto indica la vincitrice
In questo colore le contrade estratte a sorte
Cliccando sui nomi dei cavalli, su quelli dei fantini e sulle immagini, si apriranno le relative pagine
(Abbreviazioni: B=baio; G=grigio; I=isabella; M=morello; R=roano; S=sauro)

* Fantino esordiente

Esperta GIRAFFA Rombois
Fanfara CIVETTA Cispa
B. di G.Venturini AQUILA Picino
B. di E.Furi CHIOCCIOLA Porcino *
B. di A.Mantovani ONDA Moro III
S. di M.Busisi TORRE Rancani
B. di G.Cioli DRAGO Magnelli Nello
G. di A.Furi LEOCORNO Moscone
B. di U.Betti BRUCO Memmo
Baietta LUPA Pirulino

MOSSIERE: Venturino Benvenuti


  



CAPITANO: Lodovico Sergardi Biringucci
PRIORE: Pasquale Franci

La contrada non vinceva dal 16 agosto 1912
Unico Palio vinto da Pirulino




La tratta pone come favorita assoluta la Civetta, contrada nonna a secco da trenta anni, l'unica senza vittorie nel novecento. Nel Castellare arriva la potente Fanfara che viene subito affidata a Cispa, fantino con il quale ha vinto le due carriere del 1922. L'altra favorita è la Giraffa con Esperta montata da Rombois, preferito a Memmo e Moscone che passa all'ultimo momento al Leocorno Anche Torre e Chiocciola hanno soggetti da Palio, in San Marco fa il suo esordio Porcino che sostituisce Fulmine alla Prova Generale. Proprio intorno alla Chiocciola si muovono le strategie di questo Palio, il Capitano Leone de Grolè Virville è deciso a vincere ed offre moltissimi soldi a tutte le contrade. Solo la Lupa sembra restia ad accettare le offerte chioccioline e mette sul piatto una discreta cifra per tirare a vincere. Dalla mossa esce prima l'Aquila, con il sempre pronto Picino, tutte le favorite partono bene, tranne la Giraffa, la Lupa parte lanciatissima dalla posizione di rincorsa. Il primo San Martino è affrontato da un gruppo quasi compatto guidato dalla Civetta, seguono Torre, Chiocciola, Lupa ed Aquila la cui azione va pian piano spegnendosi dopo una brillantissima partenza. Lupa e Chiocciola si trovano a contatto, il giovane Porcino resta attardato, stessa sorte tocca a Rancani nella Torre. Già dal secondo giro si delinea il duello decisivo fra Civetta e Lupa che, con la Chiocciola fuori dai giochi, si contendono la vittoria. Cispa e Fanfara sembrano nettamente superiori al binomio lupaiolo, ma nonostante ciò² Pirulino non molla e la lotta è serratissima. Al terzo Casato, il fantino lupaiolo si porta a ridosso dell'avversario per sferrare l'attacco decisivo. Cispa, incapace di reagire, si lascia sorprendere da Pirulino che spinge la modesta Baietta verso una vittoria a sorpresa per la Lupa. Nell'immediato dopo-Palio si accende una violenta rissa fra chiocciolini e lupaioli, mentre Cispa si salva a stento dalle ire dei civettini, infuriati per il comportamento, quanto meno sospetto, del proprio fantino. Più di qualche polemica nei giorni successivi al Palio per la notevole spesa sostenuta dalla Lupa per vincere.

(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)


Stralcio, tratto da un processo che vedeva Moscone come parte lesa, vittima di un furto subìto da parte di Guido Pipeschi, il quale "data l'amicizia che lo legava al Cianetti, per il loro comune mestiere di fantino, era praticissimo della casa di quest'ultimo...".
A tal proposito, il Cianetti, di professione vetturino che all'epoca abitava in Via della Diana, fece la seguente dichiarazione che è anche inerente a questo Palio: "Io sostituii il Pipeschi nell'Unicorno e corsi il Palio in vece sua, ma ciò accadde per ordine del Consiglio della contrada. E' vero che al Pipeschi promisi, qualora le cose fossero andate bene, 100 Lire, ma poiché avvenne il contrario, gli detti solo 40 Lire e 60 Lire gliele diede la contrada per tre prove fatte.
Dopo il palio, però, il Pipeschi non era contento delle 40 Lire e continuamente mi seccava..."

Archivio di Stato di Siena - Tribunale di Siena, Fascicolo 621 - Processo 19 - 9 Luglio 1923