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Per la prima volta nella storia, una donna dipinge il Palio. L'onore spetta a Maria de Maria. La carriera si prospetta molto incerta con un lotto di barberi molto equilibrato.
L'Oca, che non corre, guarda con preoccupazione alle possibilità della Torre e manda Testina nel Drago.
Propriola la Torre è protagonista delle prove e piazza Carlo Magnelli nella Tartuca ed Il Moro nel Bruco, che rinuncia all'ultimo
istante a Bubbolo. Giraffa e Montone si scambiano il fantino, la Torre decide di correre con Rombois, strappato alla Chiocciola, nella quale arriva Pioviscola.
Dalla mossa il Drago parte primo, seguono Torre, Onda e Bruco.
Già San Martino si delinea il duello decisivo del Palio: ancora una volta si incrociano i destini del fantino Giulio Cerpi detto "Testina" e della Torre.
Testina su Crognolo non molla mai la prima posizione, Rombois resta sempre secondo ad inseguire, senza guadagnare un metro.
Il fantino del Drago para gli ultimi assalti di Rombois e vince dominando il Palio.
Dura contestazione da parte dei torraioli per il modesto fantino Rombois, mai capace di impensierire più di tanto Testina, nonostante
le ottime potenzialità del suo barbero.
Grande festa per la contrada di Camporegio ed in particolare per il suo celebre barbaresco Pappìo, rimasto un mese fuori casa
per festeggiare e per sfuggire ai "rimproveri" della consorte Marianna, appassionata Torraiola.
(Da "Daccelo!" di Roberto Filiani)
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