Vinse l'Aquila con la brava cavalla cavezza di moro, marcata P.C. di Luigi Grandi detto lo Sportaino.
La buona scelta dei cavalli, otto dei quali erano quasi d'identica forza e da contendere il palio, contribuì perchè la carriera riuscì molto soddisfacente.
I fantini si presentarono fra i due canapi con i cavalli a mano, consegnato loro il nerbo vennero fatti salire a cavallo e data immediatamente la mossa che riuscì bellissima.
Partì prima l'Aquila che così si mantenne fino a San Martino nel qual punto il fantino simulò, come generalmente fu creduto, una caduta, ed allora il Bruco partì primo e tale si mantenne per due girate.
Al 3° giro a S.Martino l'Onda, che aveva un cavallo difficoltoso a voltare ed ivi si era soffermata fino dal 2° giro, aspettò il Bruco e nerbatolo dette agio al cavallo scosso dell'Aquila, che era 2°, di passare primo e tale giungere alla vincita.
Durante la corsa caddero pure con i loro cavalli i fantini del Montone e della Pantera.
A termine di corsa secondo arrivò l'Istrice con il famoso stornino vincitore nel Luglio e proprietà di Don Felice Pisani cappellano a Belforte.
3ª l'Oca con una cavalla storna di Luigi Grandi detto lo Sportaino; 4° il Bruco con un cavallo morello di Torello Marchetti; 5ª Onda con un cavallo morello del Ciabattini; 6ª Giraffa con un cavallo sauro di Marco Amaddii; 7ª Lupa con una cavalla sagginata del Becatti; 8° l'Unicorno con un cavallo morello del Montaini.
Il Montone aveva una cavalla sagginata di un oste di S.Rocco, e la Pantera una cavalla baia scura del Bianchini soprannominato Campano.
Era Capitano dell'Aquila il Sig. Pietro Lazzerini.
Alla consegna del palio all'Aquila nacque del contrasto, ed opposizioni furono sollevate da alcuni dell'Istrice, tanto che fu necessario che il palio
fosse scortato fino al rione dell'Aquila dalla truppa che faceva in Piazza servizio d'ordine pubblico.
(Da "I quaderni del Griccioli" della Nobil Contrada dell'Aquila)
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