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1° giugno 1862
ISTRICE

DEDICATO ALLA RICORRENZA DELLO STATUTO ITALIANO

L'ordine NON è quello di entrata fra i canapi e il grassetto indica la vincitrice
In questo colore le contrade estratte a sorte
Cliccando sui nomi dei fantini e sulle immagini, si apriranno le relative pagine
(Abbreviazioni: B=baio; G=grigio; I=isabella; M=morello; R=roano; S=sauro)

1 Non corse per l'infortunio del cavallo durante la Mossa del Palio che venne rinviato al giorno successivo (cfr.).
Vi correva L'Ussaro *
² Non corse per l'infortunio del cavallo durante la Mossa del Palio che venne rinviato al giorno successivo (cfr.).
Vi correva Bachicche

B. di A.Amaddii AQUILA Niegne
B. di M.Guglielmi CHIOCCIOLA Spagnoletto
M. di D.Bernardini LEOCORNO Garzone
M. di S.Franci TORRE Manciano
M. di L.Grandi DRAGO Toto
B. di M.Merzi ONDA Mecarello
B. di P.Bandini VALDIMONTONE Mascherino
B. di P.Cianchelli ISTRICE Figlio di Bonino
(M. di N.Ceccarelli) LUPA non corse 1
(G. di P.Bandini) TARTUCA non corse ²

GIUDICI DELLA MOSSA: Luigi Brandini e G.Battista Sardelli

CAPITANO VITTORIOSO: Alessandro Bianciardi
PRIORE VITTORIOSO: Francesco Rossi

La contrada non vinceva dal 16 agosto 1860
Il fantino non vinceva dal 27 aprile 1860




Festa dello Statuto; fu fatto il Palio alla Tonda; la decorazione andò benone, ma quando furono per andare alla Mossa, la prima volta le mandarono indietro, e la seconda non furono i mossieri capaci a trattenerli, perciò li fu fatto fare il capitondolo, e lo fecero Lupa, Tartuca, e Torre, alla prima gli morì il cavallo nell'istante, alla seconda il giorno dopo ed alla terza gli si zoppò, ma non fu altro; i Fantini vedendo il pericolo spiccarono un lancio ed andarono dall'altra parte senza farsi nulla, altro che il Fantino della Torre fecesi una ferita non tanto piccola, in questo tumulto furvi un Milite Piemontese che fu urtato, andò con baionetta spianata verso quello che l'offese, ed uno della Guardia Nazionale lo trattenne dicendoli che questa non era Fratellanza, ma la gente impaurita fuggì per tutti i vicoli e per questo motivo il Palio non fu corso. Il giorno di poi fu corso con sole Otto contrade; per cui mancava Lupa, e Tartuca, e fu fatto senza Comparse, solamente mandarono i Cavalli ed i Fantini dentro l'Entrone del Tribunale, ed al suono del Tamburo scapparon fuori per eseguire la corsa; la mossa fu bellissima, scappò prima la Torre e si mantenne fino alla voltata di S.Martino alla terza girata; ma quando fu per imboccare alla pianata passò la Chiocciola, ed il Fantino della Torre fece una bellissima forza si slanciò attaverso il cavallo della suddetta contrada, afferrò per la vita il Fantino, e prese le briglie del Cavallo, in modo tale, che quando furono alla voltata del Casato si fermarono tutti e due, e ne giovò ne morsi, ne nerbate che il Fantino della Chiocciola dava a quello della Torre perchè cessasse. L'Istrice che era terza vedendo questa cosa, affrettò più la Carriera, ma la Torre non volendo che esso pure la vincesse l'afferrò, ma l'Istrice seppe così bene svolgersi dalle di lui mani che vinse, ora i Torraioli lo volevano loro il Palio, poichè il Fantino della Torre nel tempo della lotta colla Chiocciola, aveva lasciato andare il suo Cavallo e questo arrivò quasi pari all'Istrice, e così per quietare il tumulto fu portato in mezzo alla Milizia il Drappello alla Comunità, ed il Martedì mattina alle ore 10, fu consegnato alla Contrada vincitrice. Il Fantino della Chiocciola con tutto quello che seguì non cadde da Cavallo, e per la sua bravura fece lui pure molte mance.

(Da "Le Carriere nel Campo e le feste Senesi dal 1650 al 1914" a cura di Antonio Zazzeroni)





PREFETTURA - RAPPORTO SUL PALIO DEL 1° GIUGNO 1862

31 Maggio - Nel tempo che si eseguiva in questa mattina, la prova, il fanciullino di 10 anni, Pietro, figlio del bracciante Anacleto Masotti, volendo traversare la piazza, dalla parte della Fonte, mentre i cavalli erano in carriera è stato da questi gettato a terra e calpestato riportando delle gravi offese... da far temere sulla sua esistenza.

2 Giugno - Alcuni cavalli furono posti in corsa anticipatamente ne essendosi calato il canape dalla mossa s'investirono cinque, uno dopo l'altro, e caddero col fantino rispettivo, dei quali due soltanto si cagionarono leggere lesioni, ma il cavallo della Tartuca, spettante a Pietro Bandini, ebbe più costole fratturate, e quello della Lupa, appartenente a Luigi Grandi, poco dopo morì. L'avvenimento suscitò malanimo contro i Mossieri, Dottor Luigi Brandini e Giobatta Sardelli, che vollero tener fermo il canape, e se diversamente, contro le regole, avessero operato vi sarebbero stati nonostante reclami e schiamazzi per parte di tutte le contrade, meno di quella vincitrice. Essi avevano dovuto richiamare i cavalli una prima volta, perché egualmente partiti senza regola e si espressero coi fantini che non avrebbero calato il canape se non procedevano tutti insieme e con ordine, ma se ciò li giustificava presso le persone più discrete e spassionate, non era così una quantità dei più fanatici e clamorosi i quali prendendo un tono minaccioso pareva volessero inveire contro di loro.
Allora intervennero i Granatieri ma ne trovarono alcuni più pertinaci ed insistenti verso i quali doverono agire con qualche energia, senza però fare uso delle armi... Così invece di un divertimento ebbe il pubblico un disturbo come più volte è avvenuto in quella circostanza, perché molti si udirono a desiderare la cessazione di tale spettacolo e che venga almeno limitato alla semplice carriera, come in tanti altri luoghi si pratica, sopprimendo il barbaro uso delle nerbate e di agguantarsi e fermarsi nella corsa fra i fantini, ciò che da motivo alle congiure per forza di denari a inganni, a suscitar discordie nella popolazione, risse e recriminazioni.

3 Giugno - Fra quelli che dopo la corsa del primo andante si distinsero in quel sussurro e spiegarono un contegno riottoso contro i Granatieri, afferrando perfino il fucile ad uno di essi, e facendo forza per disarmarlo, vi fu certo Giovanni Petri calzolaio, giovane ritenuto di idee esagerate in politica... Egli appartiene alla Guardia Nazionale e, in tale circostanza, rivestiva l'uniforme... Ieri si ripeté la corsa... senza l'intervento delle due contrade che vi avevano perduto il cavallo, ed in forza degli immorali e biasimevoli maneggio dei partiti, vinse l'Istrice, ma siccome si affacciarono delle pretese dalla Torre, i Deputati non ebbero lo spirito di consegnare la Bandiera... stamani è stata consegnata alla contrada vincitrice.

(Archivio di Stato di Siena - Prefettura 3076 e 3080)