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6 novembre 1650
domenica
DRAGO
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- prima di iniziare la lettura, si consiglia di leggere l'introduzione -
Questo Palio fu disputato in onore del Granduca Ferdinando II de' Medici, Governatore di Toscana e della sua consorte Vittoria della Rovere.
La notizia proviene dal libro delle deliberazioni della Compagnia laicale di San Domenico in Campo Regio1, alla quale venne ceduto l'ambito premio a distanza di quasi 29 anni.
E’ da sottolineare la data insolita della corsa che seguì a distanza di tre giorni quella che sarebbe stata l'ultima bufalata della storia e nella quale, per i postumi di una ferita, l’8 novembre in casa di Mastro Domenico corbellaio, perse la vita il vincitore, tale "Gabbriello di N. venuto di Maremma2, fantino della Chiocciola3.
Rimane molto esaustiva anche la documentazione sui festeggiamenti che iniziarono il 1° novembre, con un dettagliatissimo "Bando delle feste da farsi in Piazza la sera dell'arrivo di Lor Altezze Reali"4, emesso dal Collegio di Balia.
L’ordinanza non faceva però menzione del Palio, che evidentemente riscuoteva meno successo della bufalata che veniva invece confermata per il giorno 3, portandoci perfino a dubitare che la corsa con i cavalli non fosse stata neppure inizialmente inserita nel programma.
Senonché dapprima un verbale della Compagnia di Campo Regio del 6 novembre: "A dì detto da sera vennero l'huomini della Contrada del Dragho alla nostra Compagnia a rendere le grazie a Sua Divina Maestà per havere il detto giorno ottenuto il Palio che si corse il detto giorno nella Piazza con li Cavalli avanti Sua Altezza Serenissima"5 e quindi un'ampia e dettagliatissima relazione di Gugliemo Palmieri del 12 novembre, hanno contribuito a far chiarezza e a fugare ogni dubbio residuo.
In questa "Relatione dell'incontri, e festa fatta dalla Nobilissima città di Siena dal VI Ottobre 1650 al X Novembre delli Serenissimi Gran Duca, Gran Duchessa e Gran Principe di Toscana"6, veniva specificato che corsero le medesime Contrade della bufalata: Chiocciola, Drago, Onda, Torre, Lupa e Oca le quali questa volta dovevano contendersi "un Palio di damasco cremisi con fregio bianco, e con fodera di taffetà bianco e nero, insegna della nostra Balzana"7.
Pertanto, "furono fatti mettere per ordine i cavalli al solito canape, ed al suono di tronba gli fu dato la mossa, dovendosi da medesimi girare quattro volte il teatro, e restò vittoriosa la contrada del Drago".
A margine dell’argomento, merita fare una piccola digressione che riguarda l'Aquila, Contrada che a quel tempo non partecipava alle giostre, ma che traspare ancora attiva, tantoché, in merito a questa corsa, "Messer Scipione Carletti, e Giuseppe Bagnini bombardiere "in rappresentanza della Chiocciola "dissero, et haverebbero corso quando gli fusse dato in aiuto la Pantera, Tartuca, Selvalta e l'Aquila[…]"8.
Che l'Aquila si dovesse considerare a tutti gli effetti efficiente e disponesse di un proprio territorio, pur non prendendo parte alle corse di questo periodo, lo si desume anche da alcune cause civili del 16469, del 169410 e del 171711, conservate presso l'Archivio Arcivescovile di Siena, oltre che da diversi rogiti notarili nei quali per specificare meglio i quartieri della città, venivano sovente usati i nomi delle diciassette Contrade12.
NOTE:
[1] ASS, Patrimonio Resti 703, Compagnia di S.Domenico in Campo Regio, cc. 222v, 223, 224v
[2] AAS, Defunti S.Marco 1313, c.s.n. , dove si specifica pure che venne sepolto in San Quirico.
[3] Questo non fu l'unico incidente mortale accaduto durante lo svolgimento della Giostra, infatti nel 1632 "Martio di Uranio d'Anni 24 essendo caduto fino il dì 15 Agosto prossimo passato in occasione del Corso del Palio con le bufale; et andato allo Spedale si risanò alquanto stando così mezzo convalescente" poi "gli venne un'Accidente; fù domandato il Curato quale subbito senza perder tempo alcuno andato, lo trovò morto". (AAS, defunti S.G.Battista, libro 1091, c.s.n.).
Continuando ad andare a ritroso nel tempo, un bando del 1612 inteso a presentare l'imminente bufalata (ASS, Capitano di Giustizia 881, processo 47), lascia trapelare che qualcosa di brutto doveva essere accaduto anche l'anno precedente. Pure le Bufalate erano precedute da un ricco corteo al quale prendevano parte gli abitanti dei rioni. Terminata la sfilata delle Comparse e dei monumentali carri allegorici, reminescenze delle Caccie ai Tori, i pungolatori, ossia coloro che armati da un bastone con terminale di ferro appuntito dovevano pungere le bufale per rimetterle nella direzione desiderata e per spronarle a correre più velocemente, dovevano presentarsi ai Giudici per la segnatura delle bestie, dopodichè queste venivano condotte davanti al canape: al segno del trombettiere le bufale dovevano essere lanciate per i tre giri della corsa, che si svolgeva seguendo la direzione opposta a quella di oggi. La partenza avveniva in prossimità del vicolo dei Borsellai, ma nel 1650 sappiamo che la mossa fu data dirimpetto al vicolo di S.Paolo, dove era sempre l'arrivo. Avanti e dietro la bufala, cavalcata dal "buttero", potevano andare soltanto i deputati con i loro pungoli e nessun altro. La corsa probabilmente procedeva caoticamente e poteva accadere che l'animale retrocedesse, si impuntasse o saltasse fuori dal fragile steccato che delimitava la piazza: allora entravano in gioco i pungolatori a rimettere la bufala nella giusta direzione, nel punto stesso da dove questa era uscita di pista. Grazie alla cronaca di Guglielmo Palmieri, sappiamo che giovedì 3 novembre 1650, alle ore 11½ del mattino, iniziò quella che sarebbe stata l'ultima bufalata della storia di Siena. "Terminata la Comparsa di tutte le accennate Contrade, ciascuna si ritirò al suo Palco, che fabbricato avevano intorno alla Piazza. Si diede subito ordine all'immissione delle Bufale, ed al tocco della Tromba in tre volte si lasciò il canape, e corsero, e restò vittoriosa, quella della Chiocciola. Il Palio era di broccato d'oro, di valuta di circa 140 scudi con fodera di taffetà doppio nero e bianca, insegna della Balzana, colle armi in taffetà della Serenissima Gran Duchessa, e del Gran Duca".
[4] ASS, Balia 833, da c. 37 a 42v
[5] ASS, Patrimonio Resti 703, Compagnia di S.Domenico in Campo Regio, c. 17
[6] BCS, C.III.28, Gugliemo Palmieri, Relatione dell'Incontri e Feste fatte dalla Nobilissima Città di Siena..., ms, c. 2
[7] Il taffetà era un raffinato tessuto di seta lucida leggera, mentre il damasco, anch'esso di seta, faceva risaltare per contrasto di lucentezza il suo disegno che in genere era di tipo floreale.
[8] ACS, Preunitario, Balia 9, Spese fatte per la venuta de' nostri Principi e spese di catafalchi e altro, c. 127
[9] AAS, 4890 Cause Civili, n. 7179
[10] AAS, 4956 Cause Civili, n. 1667
[11] AAS, 4995 Cause Civili, n. 373
[12] ASS, Notarile post rif. Medicea, Mariano Raspanti, prot 2934, c. 27v dell’anno 1682 e c.41 del 1691
ABBREVIAZIONI BIBLIOGRAFICHE
RIEPILOGO VITTORIE DAL 1633 AL 1691
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