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CORSINI ROMANO
(Romanino) 1/5

Nato a Roma il 2 febbraio 1929
Morto a Velletri il 9 agosto 2013


1. 16 agosto 1955 SELVA Archetta
2. 16 agosto 1956 CHIOCCIOLA Signorina
3. 2 luglio 1957 SELVA Archetta
4. 16 agosto 1957 LUPA Archetta
5. 2 luglio 1958 BRUCO Capriola






L’avventura sul tufo di Romano Corsini detto Romanino si snoda nel breve lasso di tempo di tre anni durante i quali egli è però riuscito a scrivere una pagina importante di storia paliesca. Arrivato a Siena a 26 anni, Romanino esordì con il botto nel Palio di agosto 1955. Alla Selva toccò in sorte Archetta, cavalla potente anche se un po’ in là con gli anni, già vittoriosa nel ’51 per la Pantera, e capitan Umberto Bonelli la affidò al giovane fantino capitolino. I favori del pronostico andavano tutti per la Tartuca con Gaudenzia e Ciancone, ma l’accoppiata tartuchina non entrò mai nel vivo della corsa, concludendo la carriera nelle ultime posozioni, anche a causa di un involontario danneggiamento alla mossa da parte di Oca e Lupa. Il mattatore di quel Palio fu proprio il nostro Romanino che, una volta presa la testa all’uscita dei canapi, riuscì a gestire i tre giri con grande freddezza, portando in Vallepiatta il cencio la cui iconografia era dedicata al V centenario della nascita del Pinturicchio. Di quel Palio si ricorda altresì un curioso aneddoto, riguardante sempre la figura di Romanino che, per ingannare l’attesa della carriera e, forse, per scacciare le paure dell’esordio, trovò come valida alleata la bottiglia contenente il beverone per il cavallo e, trovandone il contenuto di suo gradimento (il beverone, lo ricordiamo era un intruglio ipercalorico composto da cognac, marsala, uova sbattute e caffè che veniva “offerto” al barbero poche ore prima della corsa per favorirne la prestazione) ne finì, assieme al barbaresco della Selva, una quantità…da equini, ritrovandosi così a montare in condizioni poco ortodosse, cosa che, comunque, non gli impedì di vincere la carriera. Le restanti apparizioni sul tufo di Romanino non furono altrettanto brillanti. Le più grandi chanches di vittoria Corsini le ebbe nelle due carriere del 1957 quando, in entrambe le occasioni, incrociò nuovamente la propria strada con quella di Archetta, a luglio ancora per la Selva, corsa incolore e da dimenticare, e ad agosto per la Lupa, in un Palio concluso con una caduta al secondo San Martino, quando Romanino, dopo una bella partenza, si trovava ad inseguire il Nicchio che aveva successivamente preso la testa. In precedenza, la partecipazione, senza infamia né lode, nell’agosto 1956, con la modesta Signorina nella Chiocciola ed infine, l’ultima presenza in Piazza, nell’agosto 1958 per il Bruco sull’allora poco considerata Capriola, prendendo il posto di Ciancone, per un’ennesima carriera da comprimario.

Davide Donnini


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