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- 4 novembre -

1918: si festeggia la fine della Grande Guerra





partenza per il fronte
adunata nel piazzale della Fortezza Medicea


  
Il 4 novembre 1918, appena arriva a Siena la notizia che l’armistizio è definitivo e la Grande Guerra è finita, scoppia la gioia: il Campanone e tutte le campane della città suonano diffondendo la notizia fino alle campagne.




I senesi scendono in strada, si formano cortei con bandiere e la banda che suona.
I festeggiamenti durano nei giorni, si festeggia nelle Contrade, un Te Deum in un Duomo affollatissimo termina con l’organista che suona la marcia reale: tutti restano attoniti e la notizia finisce suoi giornali.
Varie le iniziative ufficiali per celebrare la fine vittoriosa del conflitto: si intitolano strade a Trento e Trieste, tornate italiane, oppure al re d’Italia Vittorio Emanuele III.
Il Monte de’ Paschi delibera elargizioni a favore delle famiglie povere di Siena.
Il 2 luglio dell'anno successivo, 1919, torna la terra in Piazza dopo anni di triste silenzio: il Drappellone dedicato alla vittoria del primo conflitto mondiale viene dipinto da Aldo Piantini e vinto dal Leocorno con Ottorino Luschi detto Cispa.
In questa occasione viene effettuata per la prima volta la sbandierata, che sarà detta della vittoria, davanti a Palazzo Pubblico prima dell'uscita dei cavalli dall'Entrone.
Si volle così salutare e onorare i reduci di guerra seduti in un palco appositamente posto accanto a quello delle comparse.


L'Asilo monumento

Anche l’iniziativa senese per commemorare i caduti della guerra del 1915-18 (le perdite a Siena furono ingenti) è degna di nota: viene, infatti, costruito alla Lizza, al posto dei consueti monumenti in bronzo o marmo, un edificio per l’infanzia (quello che poi sarà chiamato “Asilo Monumento”).
Progettato nel 1921 dall’architetto Vittorio Mariani, vide la posa della prima pietra il 2 luglio 1922 alla presenza del principe ereditario Umberto di Savoia.
I lavori terminarono due anni dopo; l’inaugurazione avvenne il 28 settembre 1924 alla presenza del re Vittorio Emanuele III e del sindaco Vittorio Martini.


questa pagina è stata curata da Maura Martellucci e Roberto Cresti