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- 26 ottobre -

1610: muore il pittore Francesco Vanni




Autoritratto
Pinacoteca Nazionale, Siena


  
Il 26 ottobre 1610 muore il celebre pittore Francesco Vanni e viene sepolto nella chiesa di San Giorgio.
I figli, Raffaello e Michelangelo, che hanno seguito le orme paterne, gli dedicano un monumento funebre che si trova nella controfacciata della chiesa di Pantaneto, alla quale la famiglia era legata: sul primo altare a sinistra si trova il dipinto “Gesù al Calvario”, opera di Francesco Vanni, mentre il “Cristo che cade sotto la croce” è realizzato dal figlio Raffaello.
Francesco Vanni nasce nel 1564. Le seconde nozze della madre con Arcangelo Salimbeni ne condizionano la vita: il patrigno gli fa da maestro e il fratellastro, Ventura Salimbeni (figlio di Arcangelo e della madre del Vanni), è anch’egli pittore.
Si trasferisce a Bologna dove studia con Federico Barocci, ma poi si sposta a Firenze e Roma subendo l’influenza di Raffaello e del Carracci.
Negli anni Novanta del Cinquecento ritorna a Siena, dove realizza numerose opere d’arte sacra.


Sant'Ansano battezza i senesi (1593-1596)
Duomo di Siena, altare di Sant'Ansano

Appartiene alla congregazione del Sacro Chiodo, Confraternita che avrà un grande rilievo nella diffusione della riforma cattolica del Concilio di Trento a Siena nella seconda metà del Cinquecento.
Nelle sue realizzazioni sono infatti perfettamente rispettati i canoni della Controriforma.
Tra i molti lavori, a Siena, realizza l’altare di Sant’Ansano in Duomo e l’altare maggiore nella chiesa di San Niccolò in Sasso, mentre, nel territorio, ricordiamo la “Madonna della Concezione” nella Collegiata di Montalcino, “L’Annunciazione” nella Compagnia della SS. Annunziata a Torrita.
Le sue opere, tuttavia, si trovano anche a Pisa, Pistoia, Lucca. Roma, Genova e all’estero: Lione, Monaco, Salisburgo, Madrid...


Pianta assonometrica di Siena, anno 1595

Dal 1600 al 1604 è a Roma dove lavora anche per Papa Clemente VIII che gli concede l'onorificenza di Cavaliere di Cristo.
A Siena, tuttavia, è ancora oggi ricordato per un’opera di soggetto non religioso: nel 1595 realizza, infatti, una pianta di Siena che è stata definita “una fotografia ante litteram”.
Con un’abilità ancora inusuale per i tempi, la città di Siena viene ripresa “a volo d’uccello”. Si pensi a quanto rudimentali fossero ancora gli strumenti per le rilevazioni del terreno nonostante il progresso rinascimentale ed è eccezionale la realizzazione di questo rilievo assonometrico quasi perfetto che rispetta il bilanciamento tra necessità prospettiche, il rapporto tra volumi e distanze e la tessitura grafica.


questa pagina è stata curata da Maura Martellucci e Roberto Cresti