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- 2 maggio -

1939: muore il Podestà Fabio Bargagli Petrucci







  
Il 2 maggio 1939 muore a Roma Fabio Bargagli Petrucci.
Nato nel 1875 da una delle famiglia in vista di Siena, è stato un uomo che ha segnato fortemente la storia della nostra città nella prima parte del Novecento.
Coltiva fin da giovane una passione forte per la storia e l'arte senese.
Ancora studente universitario (frequenta la Facoltà di Giurisprudenza) pubblica due opuscoli: uno sulla Valdichiana senese e l'altro, “Le acque di Siena. Note storiche” prodromo ai due volumi sulle “Fonti di Siena e i loro acquedotti”, che, pubblicato nel 1906, costituisce sicuramente la sua opera più importante.


I funerali solenni di Fabio Bargagli Petrucci


Personaggio colto, di famiglia nobile e di notevoli possibilità economiche, Fabio Bargagli Petrucci avrebbe potuto dedicarsi allo studio e all'insegnamento delle arti che tanto amava.
Sceglie, invece, l’impegno diretto in campo politico e amministrativo, per difendere le peculiarità storiche e artistiche di Siena, cercando, al contempo, di migliorare le disagiate condizioni di vita dei suoi concittadini.
Numerose le lotte intraprese e le realizzazioni portate a termine: la stazione, lo stadio, la caserma, le strade, il preventorio antitubercolare, l’Istituto Ciechi e la tutela del Palio.
Un’attività incessante, portata avanti non per fini meramente politici ma esclusivamente per contribuire al miglioramento della sua città.


I funerali solenni di Fabio Bargagli Petrucci


E ancora: volontario in guerra, illuminato agrario, già preoccupato nel 1903 di distribuire ai coloni grano a buon mercato e capace di creare pochi anni dopo una moderna stazione di allevamento di razza chianina, attento al decoro di Siena, capace di combattere per il risanamento dei quartieri più degradati, insegnante, pittore, studioso rigoroso, viene nominato Podestà di Siena del 1926 (cfr.).
Resterà in carica fino al 1936 quando, dopo aver perso la battaglia per difendere la senesità del Monte dei Paschi, viene minacciato di essere mandato al confino di polizia dal Prefetto e rifiuta di mantenere una carica che, pur conferendogli prestigio e potere, ritiene ormai vuota di significati, condizionata dall'esterno e quindi inutile alla collettività.


questa pagina è stata curata da Maura Martellucci e Roberto Cresti