Palio di Siena

Cronache dei Palii del 1911


2 LUGLIO 1911


Le ultime prove

Alla prova generale di sabato sera che offre sempre uno speciale interesse, assisteva moltissimo pubblico.
Presero parte alla corsa tutte le contrade meno la Giraffa, che, adducendo una malattia del cavallo, si fermò al canape.
La corsa che riuscì benissimo, fu vinta dalla Tartuca e vi fu una vivace lotta fra le contrade Montone, Istrice e Torre.
La cosidetta "provaccia" effettuata ieri mattina fu vinta dall' Istrice.

L'animazione della città

Fin dalle prime ore del mattino di ieri, la città era imbandierata e festante.
I treni riversavano nella nostra Siena una moltitudine di persone, in grandissima parte forestieri, e dalla campagna giungevano veicoli di ogni specie sovraccarichi di persone che si recavano ad assistere alle tradizionali feste del 2 di Luglio.
Le vie erano animatissime ed in certi punti il transito si rendeva difficile per il continuo passaggio di automobili e di vetture.
Gli alberghi, dai più importanti ai più modesti, i restaurants e altri pubblici esercizi furono continuamente affollati.
Sappiamo che la nottata fra sabato e domenica molti forestieri furono costretti a passarla all'aperto, non essendo stato loro possibile poter trovare in nessun albergo un posto per l'alloggio.
Ma veniamo allo spettacolo del Palio.
Alle ore 17, le comparse delle contrade cominciarono a transitare per le vie della città, tra la generale ammirazione, e, dopo resi i consueti omaggi alle autorità e ai protettori, si raccolsero per disporsi alla formazione del corteo.

il corteo

Alle 17,30 la storica Piazza del Campo presentava già come sempre, un effetto meraviglioso. I palchi posticci, le finestre e i balconi adorni di arazzi multicolori, rigurgitavano di spettatori.
Alle ore 18,30, sgombrata la pista, il corteo storico al suono del Campanone, fece il suo ingresso in Piazza.
Quando la contrada della Civetta comparve dall'imbocco di via del Casato, il cavallo di essa, adombratosi, riuscì a sfuggire dalle mani del barbaresco dirigendosi a tutta corsa verso Via S.Martino.
Due carabinieri a cavallo lo inseguirono, e col coraggioso concorso di un altro carabiniere a piedi riuscirono ad afferrare il focoso animale proprio presso l'imbocco di Via S.Martino. I tre militi furono applauditi.
All'infuori di questo lieve incidente, null'altro turbò lo spettacolo. Il corteo, ordinatissimo, fece il giro della pista fra l'ammirazione entusiastica specialmente dei numerosi stranieri, che applaudivano al passaggio delle rappresentanze di ogni contrada, e facendo festosissime dimostrazioni agli alfieri per il magnifico giuoco delle bandiere.
Fra questi ultimi furono maggiormente applauditi quelli dell'Aquila e del Drago, per l'abilità straordinaria con cui effettuavano il cosiddetto salto del "fiocco".

La corsa

Fra l'aspettativa intensa di tutte le molte migliaia di spettatori, poco dopo le ore 19, fu dato il segnale dell'uscita dei fantini dal portone della Corte del Podestà del Palazzo Comunale.
La mossa riuscì molto bene ed i cavalli partirono in gruppo, meno la Giraffa e la Tartuca le quali rimasero per brevi istanti al canape, scambiandosi sonore nerbate.
Con una splendida volata la Chiocciola prese subito la testa del gruppo, distanziando le altre contrade di alcuni metri.
Una lotta vivace vi fu fra la Torre, l'Istrice e il Montone che si sorpassarono alternativamente.
La Tartuca intanto, abbandonata la lotta con la Giraffa, riuscì a guadagnare il secondo posto, lottando energicamente.
Vi fu per qualche momento il dubbio che essa potesse raggiungere la Chiocciola, ma non vi riuscì. Infatti, alla vincita, le contrade giunsero in quest'ordine:
Chiocciola, Tartuca, Montone e Torre seguite dalle altre.
Alla fine della corsa si verificarono le solite scene d'entusiasmo tanto gustate dai forestieri.
Il fantino della contrada vincitrice fu subito circondato da una numerosa pattuglia di carabinieri, che però non impedì che una vera fiumana di abitanti della Chiocciola potessero abbracciare e baciare il loro bravo fantino Alfonso Menichetti che aveva contribuito alla tanto desiderata ed attesa vittoria.

Nella contrada vincitrice

IL Palio fu consegnato alla comparsa della contrada della Chiocciola e portato in trionfo, fra grida di gioia, dapprima nella cbiesa di Provenzano, secondo la tradizione e quindi nel rione di S.Marco dove ha sede la contrada suddetta, sempre accompagnato da tamburi e da numerose bandiere di altre contrade.
Contemporaneamente il rione di S.Marco era stato addobbato con bandiere, festoni e bracciali e un numero straordinario di persone vi si era riversato, prendendo parte all'entusiasmo dei buoni contradaioli, e specialmente dei giovani che per la prima volta vedevano la loro contrada in festa per la vincita di un Palio.
In breve tempo fu organizzato un servizio musicale e vennero tosto iniziate le danze in prossimità del bivio di S.Marco.
Un numero enorme di forestieri assisteva con evidente compiacimento a questo spettacolo di entusiasmo, nuovo per essi, e molti di loro si unirono ai popolani della Chiocciola, cosicché la festa si rendeva più entusiastica ancora.
Il Seggio della contrada al completo, faceva gli onori di casa ai visitatori. Gli eleganti locali della contrada furono visitati fino a tarda ora, e la festa è terminata alle prime ore di stamani.
Con il Palio vinto ieri dalla contrada della Chiocciola ne conta ora 39, non avendo dal 2 luglio 1888 riportate altre vittorie.
Nel 1887, in occasione della visita dei Reali d'Italia a Siena, la contrada della Chiocciola fu autorizzata dalle LL. MM. Umberto e Margherita, a fregiarsi delle iniziali U.M. e dell'arme di Savoia.
Ultimamente, nel 1904 nella circostanza della Mostra d'arte antica e della visita a Siena della Regina Margherita e di S. A. R. il Duca di Genova, accordarono alla contrada il Loro alto patronato.
Quest'oggi la comparsa al completo si è recata in giro per la città a rendere gli onori ai protettori.
Il fantino Alfonso Menichetti è stato dovunque festeggiato.




16 AGOSTO 1911




L'animazione della città

Come l'altro giorno, la città era ieri imbandierata e festante. I treni del mattino e le diligenze provenienti dai vicini paesi avevano riversato in città un contingente così numeroso di ospiti, tanto che il transito in alcuni punti delle vie principali era reso molto difficoltoso.
Durante la giornata furono visitati i principali Istituti cittadini, aperti al pubblico nella ricorrenza delle feste, fra i quali la R. Accademia di Belle Arti, dove è stata molto ammirata una riuscitissima Mostra senese d'arte moderna.
I locali della R. Camera di Commercio, dove viene effettuata la Fiera di beneficenza ed il Concorso delle bambole, furono sempre affollatissimi.

Gli ospiti



Tra le molte personalità forestiere, che hanno assistito ieri al nostro Palio, annoveriamo: Conte e contessa De Szeth-Giovio, Visconti Venosta e famiglia, Conte Montauto e signorina, barone Franchetti, conte Braccieschi e famiglia, conte Guicciardini, senatore Ridolfi e famiglia, Marchese Ginori-Venturi e famiglia, comm. Pierazzi e signora, signori Alberto Ascarelli, Guglielmo Onderson, Italo Calderoni, Lamberto Modigliani, Miss Fowler, Mr. e Miss Bruch, miss E M. Dennis, Misses Orborne, Tiberio Rossi-Scotti e famiglia, Benedetto Grasso, Bianca Alliata, Maria Ruspoli, Alfonso Ruspoli, Fabrizio Alliata, Pilade Carretti e signora, avv. Aldimari e signora, Miss Du Bois e Mrs. I. M. Cook, che hanno tutti alloggiato al Grand Hotel Continental.

Il Corteo

Fino dalle ore 17 la Piazza del Campo era già affollatissima. I palchi, le ringhiere e i balconi, adorni di arazzi multicolori, rigurgitavano di spettatori.
Dopo lo sgombero della pista, il corteo, al suono dei trombetti e dei musici di Palazzo che intonarono la marcia del Palio, fece il suo ingresso nella pista, mentre il campanone della Torre del Mangia suonava a festa.
Il corteo riuscì ordinatissimo e ciò per merito del sig. Amerigo Pellegrini, direttore di polizia municipale, che abilmente lo dirigeva.
Le 17 Contrade nei loro nuovi e pittoreschi costumi furono ammiratissime, specialmente dai numerosi forestieri che manifestavano con applausi il loro compiacimento.

La corsa

Dopo la sfilata del corteo, fra l'aspettativa intensa di tutti gli spettatori, fu dato il segnale dell'uscita dei fantini dalla Corte del Palazzo del Podestà.
I fantini incominciarono col nerbo ad irritare i cavalli, tanto che questi, entrando fra i canapi, dimostravano grande impazienza di fuggire; la mossa però riuscì benissimo, e i dieci cavalli partirono compatti, formando un solo, magnifico gruppo.
Ben presto però le loro posizioni si delinearono, ed il cavallo dell'Aquila prese il primo posto, seguito dal Bruco e dal Drago. Fra queste contrade si svolse allora una lotta accanita, emozionantissima, e solo dopo il secondo giro della pista le posizioni delle contrade cambiarono, nel senso che il Drago riuscì a prendere la testa del gruppo, inseguito dal Bruco che fece sforzi titanici per guadagnare la testa, senza però riuscirvi.
La vittoria arrise alla contrada del Drago, seguito dal Bruco e dal Nicchio.
Anche fra le altre Contrade la lotta fu vivacissima fra la Torre e la Pantera che si scambiarono delle nerbate sonore.
I fantini dell'Unicorno e della Selva caddero al secondo giro della pista.
Dopo la corsa si verificarono le solite, caratteristiche scene di entusiasmo, e molte Contrade spiegarono le loro bandiere in segno di saluto alla Contrada vincitrice, alla quale fu consegnato il Palio fra acclamazioni e grida di gioia.

Nella contrada del "Drago"

La Piazza del Campo andò gradatamente sfollandosi, ed una vera fiumana di gente si diresse per vie diverse in Piazza Umberto I, dove ha sede la contrada vittoriosa.
L'entusiasmo era enorme; le campane della Chiesa suonavano a distesa, da ogni parte si emettevano grida di gioia; il fantino vincitore, al quale alcune signore avevano donato un mazzo di fiori, veniva portato in trionfo.
Il fantino che chiamasi Aldo Mantovani, soprannominato Bubbolo, è un giovane non ancora ventenne che in queste ultime corse si è guadagnato l'ammirazione per la sua bravura e per la sua audacia.
Pochi anni or sono il Mantovani aveva seguito in una tournè in Italia uno dei più importanti Circhi Equestri e prometteva di divenire un abile cavallerizzo.
Senonchè avendo la Compagnia Equestre salpato per l'America, il Mantovani fece ritorno in Siena, perché non voleva abbandonare l'Italia.
Fin dal suo ritorno egli è sempre stato attorno ai cavalli, ed anche nella nostra città ha preso parte a corse precedenti.
Avendogli ora arriso la vittoria, egli conta, con il ricavato finanziario di questa, di potersi provvedere di una vettura da piazza e guadagnarsi così onestamente la vita.
Egli ricevè ieri sera le congratulazioni di molte autorità, che si recarono nel Drago.
Intanto i locali della Contrada erano stati aperti al pubblico, e subito rigurgitarono di visitatori, ai quali veniva gentilmente offerto un rinfresco.
Gli onori di casa venivano fatti squisitamente dal Priore nobil Giulio Grisaldi Del Taia, coadiuvato dagli altri membri del Seggio, signori fratelli Franceschini, Giulio Barabesi, Cesare e Augusto Grassi e Gerli Faliero.
La Piazza era stata adorna da bandiere e bracciali.
Data la vicinanza dei locali, nei quali ha luogo la Fiera di beneficenza, presso cui prestavano servizio delle bande musicali, la festa riuscì anche più solenne e si protrasse fino a tardissima ora.
Con questo Palio la Contrada del Drago festeggia la 26.a vittoria.
Quest'oggi la comparsa al completo ha fatto il solito giro della città per le onoranze ai protettori, e dovunque è stata festeggiatissima.


Testi tratti da "La Vedetta Senese" del 3 luglio e del 17 agosto 1911, foto dei drappelloni da "Pallium"