Palio di Siena

ALL'INTERNO DELLE MURA CITTADINE
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- "Adì 10 Ottobre 1736. Agostino di Camillo Cannicci, abitante nel Comune di Santa Colomba, Contadino permanente ne i suoi Poderi Patrimoniali, [di sua proprietà], venuto in questa Città Infermo si posò in una Locanda del Signorini [Antonio], posta quasi che in faccia alla Chiesa Parrocchiale di S.Pellegrino..." (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1112, c.56r, n.330). - Secondo quanto fu scritto nel 1667, "qualunque persona vuol fare, et essercitare il mestiero di Locandiere, et Albergatore deve darsi nota al Camarlengo della dett’Arte col suo nome, et Insegna; e sia obbligato in ciaschedun semestre pagare nelle mani del Camarlengo per le spese dell’Arte Soldi dodici di denari, dà cominciare il pagamento di detta tassa semestrale il medesimo giorno, nel quale si darà in nota per esercitare il detto mestiero, e continuare fino à tanto che durarà nel detto essercitio" (Archivio di Stato di Siena = d’ora in poi ASS, Arti 43, Cap.XV, p.31).

- "Adì 23 Giugno 1745. Sabbatino di Tommaso Giuggioli contadino dell’Ill.mo Sig. Emmanuele d’Elci abitante nel Podere della Piana della Cura di Anqua in Contea essendo escito dallo Spedale di S.Maria della Scala, dove era stato molto tempo ammalato andò a posarsi in una casa de Signori Giovannelli posta accanto alla Cura di S.Pellegrino a uso di Locanda..." (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1113, n.354).


- "Adì 3 Novembre 1746. Giovan Battista Sabbatini abitante in una Locanda posta in Piazza dell’Erba cura di S.Cristoforo..." (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1113, n.451). - La piazza dell’Erba o più esattamente delle Erbe, andava dall’arco de’Pontani sino alla Casa dei Signori Mignanelli, cioè fino al vicolo di Pier Pettinaio. Si sviluppava dietro al Palazzo Tolomei e consisteva in una specie di lungo slargo dove ortolani e contadini, con carrette e ceste, tenevano mercato di frutta, verdura, uova, polli e conigli. In detto locale chiamato "locanda del Turco", il 7 giugno 1793 si svolse un episodio che possiamo definire boccaccesco. Protagonista fu il sacerdote Antonio Mariotti che pare abbia costretto Francesca Vajani a soggiacere alle sue voglie, contagiandola di una fastidiosa malattia venerea [scolazione] da lei trasmessa al marito Natale Tonieri di Livorno, commorante nell’osteria, in attesa di trovare un lavoro a Siena. (AAS, Cause Criminali 5607, n.21).

- "Adì 5 Luglio 1753. Andrea del già Niccolò Pieri Mezzajolo al Castagno della Sapienza posto nella Cura d’Uopini, abitante in una Casa del Meschini Sarto, a uso di Locanda, situata nella strada della Piazza dell’Erba, distretto della Cura di S.Cristofaro, passò a miglior vita il dì suddetto a ore una, e ½ della sera, in età d’Anni sessanta in circa..." (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1114, n.107).

- "Addì 13 di Marzo 1596 si sotterrò un povero quale fù trovato morto nella strada vicino al’Ostaria de Ghalli..." (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1105, n.45). - Questa era un’antichissima osteria, già esistente nel 1440, che traeva il nome dalla strada dei Galli, un tempo detta anche delle "porchettaie", perchè vi si vendevano i maiali cotti allo spiedo.


(ASS, Capitano di Giustizia 699, causa 65 del 12 novembre 1765)


- "Adi 22 Febbraro 1720 a Nativitate. Giuseppe Morandi Sanese Vetturino, chiamato per sopra nome Tonchio appartenente a questa Pieve [S.Giovanni Battista sotto alla Metropolitana] come non avente domicilio fisso in questa Città, benchè in essa vi avesse parenti accasati fu trovato morto in una Casa disabitata che lì Anni addietro era l’Osteria detta del Cappello posta nella strada detta dei Galli dentro ai limiti della Cura di S.Cristofano; Fu creduto, che egli fosse morto di più giorni, poi che essendoli stato consegnato dai Formichi, che conducono la robba da Livorno à questa Città, un cavallo acciò che egli lo governasse, et il cavallo medesimo fù trovato morto dalla fame..." (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1111, c.47r, n.304). - La conferma che questa osteria era esistita, l’abbiamo allorchè il "7 Gennaro 1632 Venardì, Francesco Brandini da Piano Castagnaio morì di idropisia [raccolta di liquido sieroso in qualche cavità del corpo] all’osteria del Cappello..." (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1091, c.256v, n.1733).

- "Adì 13 Luglio 1588. Giovanni da Pistoia già Luogotenente del Bargello di Piazza [ossia il Capitano della polizia. Insieme ai suoi sbirri, abitava nel palazzo che fu chiamato del Bargello nell’omonimo chiasso che scende in Piazza del Campo] il quale morse all’osteria della Rosa..." (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1105, n.295). - Questa osteria era assai frequentata e prendeva il nome da un vicino vicolo non più esistente: vicolo del Rosello, che sfociava in Banchi di Sopra e che pare fosse quasi di fronte a via del Cavalletto.

UN CONTO DA PAGARE
Supplica mossa all'Arcivescovo affinchè intervenga nei confronti di un sacerdote che era stato generoso con i suoi amici, ma che non aveva saldato il conto all'osteria della Rosa



Cosimo Corti al presente Oste alla Rosa in Siena, umilissimo servo di V.S.Ill.ma Rev.ma riverente gli espone, come tempo fa si trovò alla sua Bottega con tre persone il Sig. Don Giuseppe Campani Sacerdote, e doppo di haver magnato, i compagni del Suddetto messero fuori il denaro per pagar l'oste di quanto era creditore ma non volendo il Sig. Campani, che i suoi compagni havessero spesa, si rese il medesimo debitore all'Oratore di lire quattordici, che tanto importò il conto della tavola, e non havendo mai voluto sodisfare l'Oste, benchè dal detto gli siano state fatte istanze per esser pagato, pertanto Supplica l'Ill.ma e Rev.ma che gli faccia carità, di volere operare con la sua benigna autorità, che resti sodisfatto il suddetto Corti, che di tal grazia restarà per sempre obbligato...
AAS- carta sciolta - Sec XXVII


- "Adi 25 di maggio 1591. Morse Nastro Bartolomeo da Monte massi forestiero nella Camera Locanda della Cortonese nella nostra Parrocchia [S.Donato]..." (AAS, Siena S.Donato 943, c.2v).

- "Adì 28 Maggio 1628. Donna Giovanna figlia già d’Ottavio Neri da Chieri del Piemonte, d’anni 40 in circa e moglie di Girolamo di Francesco Franchini da Verona Monta in Banco, e Funambolo, cioè Giocatore del Canape, morì il dì 28 di Maggio, à hore 6 in circa senza Sagramenti nell’Ostaria del Cavalletto, dove stava à Locanda con il detto Girolamo suo marito, e Giovan Battista giovinetto, chiamato per sopra nome da loro Scalino figlio di lei per quanto dicevano, e figliastro di Girolamo suddetto..." (AAS, Siena S.Antonio in Fontebranda 467, c.58r). - L'osteria era in via del Cavalletto, così chiamata perchè "a cavallo" tra la via delle Terme e la via dei Termini. Nel 1671, "Fausto Valenti che vende la trippa per il gatto, Michelagnolo Donnini mugnaio a Fonte Blanda, Stefano Lucattelli da Sarteano quoiaio in Siena, sono stati inquisiti a querela di Giulio Bovati Caporal di Piazza che come giovani impertinenti, e poco timorati di Dio, essendo stati insieme la sera delli 7 dicembre prossimo scorso a bere nell'ostera del Cavalletto, si trasferissero nelle 4 ò cinque hore di notte in Castel Vecchio, dove stanno più cortigiane, e sopra una chitarra alla spagnola che sonava Michelagnolo ridetto, cantassero irreverentemente le letanie con rispondere "O Christe exaudi nos in Tuono" come fanno le compagnie; che però affacciatesi le donne alle finestre non solo facessero delle risate, ma ancora dicessero delle parole sporche et oscene (...) e per reprimere la loro audacia et insolenza, uscisse si casa Agnesa (detta la Facchina) e li desse de pugni, e di poi preso un pezzo di legno per farli quietare li volesse dare delle legniate, ma essi inquisiti se ne fuggirono..." (ASS, Capitano di Giustizia, 670).

- "Adì 14 Agosto 1610. Il Signor Arturo Melin fiamingo, e come fù riferto da un suo Sergente, e da altri suoi cognoscenti Ammiraglio della Corona di Spagna venendo di Roma, per la volta di Livorno aggravato da infermità si fermò in Siena nell’Osteria del Leone..." (AAS, Siena S.Donato 944, c.40v). - Non è specificato dove fosse questa locanda, ma considerando che il libro che riporta il fatto è di S.Donato, è da ritenere che facesse parte di questa Cura.

- "Adì 9 Luglio 1613. Il Signor Guglielmo Cristofano riceuti tutti li Sacramenti si seppellì questo giorno nella Chiesa di Santo Domenico [la chiesa dove si seppellivano i Tedeschi residenti a Siena] in Venerdì, questo Signore era venuto di Fiorenza domenica prossima passata aposta per fermarsi in Siena, e si fermò nel Osteria della Corona dove ammalato morì; mà subito arrivato si fece mettere al Rolo [si fece segnare fra i soldati di stanza a Siena] della Statione Germana, e si litigò con la parochia di Santo Giovanni, quale lo pretendeva come forestiero, e fù somariamente chiamata l'ostessa della Corona, quale referì, che esso Signore voleva fermarsi un mese, o più per imparare a giocare di scherma dal Niccoletto schermidore..." (AAS, Siena S.Donato 944, c.54v). - La Corona era una così rinomata osteria, che nel 1474 quando si trovava ubicata "in via detta la Costaccia", Cristoforo Re d’Assia e di Svezia, la scelse per alloggiarvi durante una tappa del viaggio di voto verso Roma, insieme al suo seguito formato da 30 signori e da 150 cavalli.

- "Martedì Adì 31 Maggio 1644. Il Sig. Dottore Franchino del già Sig. Matteo Franchini di Pistoia d’età d’Anni cinquanta, essendosi partito da Grosseto ammalato per venire a Siena à curarsi et arrivato all’Alberghi all’Osteria del Sole, dove quando veniva à Siena per i suoi negotii, voleva stare, et trovando detta Osteria piena di Soldati, non ci fù luogo per lui onde Messer Sebastiano Casutti suo amico lo fece andare in Casa sua..." (AAS, Siena S.Donato 946, c.22v). - Nel 1644, mentre nel nord Europa infuriava la guerra dei 30 anni, in Italia il Papa Urbano VIII tentò di togliere al Duca di Parma, Castro e Ronciglione. Il Duca attraversò la Toscana con le sue truppe penetrando nel territorio papale e lo stesso Gran Duca Ferdinando II, cercò di portare aiuto al cognato con il suo piccolo esercito, ma con scarsi risultati. Gli scontri ebbero termine con la morte di Urbano VIII e la nomina, sempre nel 1644, del filo-mediceo Innocenzo X.

Non era invece soldato colui che nel 1671 commise un furto con destrezza, del quale ci è pervenuta luna precisa descrizione. "Biagio del fu Girolamo Giomi di Lunata stato di Lucca si pretende dal fisco contro di esso, che la notte del 28 del mese di marzo prossimo passato ritrovandosi per starvi a dormire in una camera dell'Osteria del Sole di questa città, dove era pervenuto nell'istesso giorno, determinasse portarsi in giro per le camere vicine alla suddetta, credendo che di già vi fosse andato alcuno a dormire, e per non essere ne veduto, ne sentito, lasciasse in detta sua camera il lume acceso e le scarpe, ed uscitosene scalzo, ed al buio si ponesse si sogguato à caminare per le stanze stando a sentire se udiva dormire alcuno e pervenuto alla porta di una camera, che corrisponde nella sala della detta Osteria, e sentito che dentro di essa se ne stava dormendo e sornacando Antonio Tommaso Mecatti procedesse ad aprire l'uscio della detta porta con introdurre due dita trà detto uscio ed il battente della detta porta, e con alzare con esse una sbarra di legno che lo chiudeva per di dentro, e portatosi furtivamente al letto in cui dormiva detto Mecatti, e levati di sotto al capezzale di esso i di lui calzoni, levasse e portasse via dal borzello de i medesimi una Borzetta di Pelle gialla dentro la quale comprese e dal tatto, e dal suono che fece in essere in tale istante caduta in terra essere de i denari, e da una saccoccia de i calzoni un gruppetto coperto di carta dentro il quale comprese pure dal peso potessero essere denari, ed il tutto appropriatosi se ne uscisse dalla detta camera riserrando il detto uscio nel modo l'aveva trovato con aver alzato in accostarlo la detta sbarra di legno con una mano, e poi lasciatala e fattala posare nel muro, e restituitosi in detta sua camera, ed aperta la suddetta borzetta vedesse col benefizio del lume acceso che vi era esistere dentro di essa de i denari, e questi consistere in un doblone di Spagna della nuova impronta di quattro doppie con cordoncino attorno, due doppie pure di Spagna e sei giglietti pure doppi di valore sessanta pavoli l'uno tutta moneta in oro..." (ASS, Capitano di Giustizia 670).

- "Adì 20 Dicembre 1589. Il Cavaliere Philippo Teodosj d’Imola il quale morse agli alberghi ne lostaria di S.Marcho... (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1105, n.404) - Queste ultime tre locande: Corona, Sole e S.Marco, si trovavano vicino alla Piazzetta degli Alberghi, slargo interno a via Montanini, luogo di sosta e di fermata delle diligenze e delle vetture postali).

- "Adì 13 Settembre 1710. Antonio di Arsenio Viticchi della Pergola nella Marcha di anni 38 in circa venuto in Siena dal prossimo passato mese del dì 15 di Agosto, alfine di tirare avanti la tintura del Guado, che perciò ritiratosi nell’Osteria delli Alberghi, nella cura di San Donato e in quella si infermò... (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1110, n.627). Il guado è una pianta erbacea delle Crocifere, alta circa un metro, dai fiori gialli -Isatis tinctoria-, detta anche "glasto" dalle cui foglie e radici si estrae una sostanza colorante turchina usata dai tintori.

- "Lunedì 16 Maggio 1644. Il Sig. Clemente del già Sig. Lorenzo Paolozzi da Chiuci [Chiusi] d’età d’Anni 32 in circa doppo essere stato molti mesi nelle Carceri di questa Città s’ammalò, et havendo data promessa di mille scudi fù scarcerato, acciò potesse curarsi, e doppo di nuovo costituirsi, et conferitosi [stabilitosi] à Camera Locanda in Casa della Signora Maria detta l’Angiolina, sotto questa Cura di S.Donato doppo cinque giorni, havendo ricevuto tutti i Sagramenti della Chiesa, e la raccomandatione dell’Anima passò a miglior vita..., (AAS, Siena S.Donato 946, c.21r). - La giustizia di allora era assai severa e si finiva per essere arrestati anche per il solo furto di un fazzoletto o di un orologio. Non curanti del rischio, talvolta i clienti si approprìavano di biancheria e altri oggetti appartenenti all’oste, al quale non rimaneva che sporgere denunzia. Si legge così che "Adì 12 Agosto 1778, da Antono Gabbrielli oste a S.Reina fù data querela contro N.N. Incerto, per furto di quattro lenzuola, un ferrajolo [mantello], e poca quantità di stame [lana]" e un anno più tardi, "Adì 28 Settembre 1779, da Angiolo Schiatti oste alle Donzelle fù data querela a Giuseppe Gori e a Venanzio per furto di un lenzuolo" (ASS, Capitano di Giustizia 544, c.s.n.).

- "Adì 25 ferraio 1651. Giovan Carlo figlio di Domenico Picconi hoste al Monte d’oro di un mese fu sepolto nel nostro avello [tomba]..." (AAS, Siena S.Cristoforo 894, c.88r, n.319). - L’osteria era vicina alla chiesa di S.Sebastiano, prossima all’attuale via Garibaldi. Siamo venuti inoltre a conoscenza che questo oste morì appena trentottenne, il 28 luglio del medesimo anno (AAS, Siena S.Cristoforo 894, c.88v, n.325).

- "Adì 16 Aprile 1742. Giovan Battista Procaccia [persona che fa delle commissioni per conto terzi] di Fiorenza doppo di essere stato infermo per alquanti giorni nell’Albergo della posta principale di questa Città di Siena Cura di S.Donato Rese lo Spirito il dì antecedente su le ore sedici in età di anni quarantatre..." (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1113, p.44, n.128). - Le poste prima del 1770 erano nella piazzetta degli Alberghi; in detto anno furono trasferite nel nel Palazzo Tantucci che era appoggiato alla chiesa di S.Donato. Fu in quel periodo e precisamente il 16 giugno 1746, che la Reggenza lorenese provvide a riordinare il servizio postale, fissando per il territorio senese alcune stazioni per il cambio dei cavalli, distribuite lungo la strada che da Firenze portava agli stati romani.


- "Adì 23 Aprile 1622. Passò a miglior vita Giovan Antonio Milanese magnano [artigiano che esegue lavori minuti in ferro, come chiavi, serrature, gangheri, ma anche arnesi e utensili per uso domestico] quale morì nell’osteria del Gallo..." (AAS, Siena S.Cristoforo 894, n.157). - Attraverso un libro di Maurizio Tuliani, siamo venuti a conoscenza che nel 1407, Angelo di Lupo proprietario di questo albergo, venne saldato con 45 fiorini d’oro per aver dato stallaggio, dal 4 aprile al 14 agosto 1403, a ben 94 cavalli oltre ai soldati della brigata di Pandolfo Malatesta. A detta dell’oste questa cifra non riuscì a coprire per intero le spese da lui sostenute, considerando che la requisizione dell’albergo significò l’impossibilità di ospitare altri clienti che avrebbero pagato subito e non dopo quattro anni. Si sa altresì che questo albergo era uno dei più grandi e conosciuti della città e che si trovava nella contrada di Pellicceria, ossia in quel tratto di strada che andava da via Montanini a piazza Tolomei, così chiamato per le botteghe degli artigiani specializzati nella lavorazione di pelli conciate.

- "Adì 15 Luglio 1609. Agnolo Sellaio si trovò morto nell’Osteria di Menichino sotto a Casa Malavolti nella strada dalla Banda [dalla parte] di S.Cristoforo..." (AAS, Siena S.Pietro in Castelvecchio 1786, c.17r, n.164).

- "Adì 31 Agosto 1698. Bastiano Fiorentino essendo stato infermo nello Spedale Grande di Siena, andiede all’albergo in faccia a S.Pietro a Ovile dove fù soprapreso d’improvviso accidente e perse la favella [parola]... (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1110, n.20). - I forestieri che volevano entrare in Siena, dovevano esibire alle guardie delle porte cittadine un certificato di sanità [come quello riportato qua sotto, emesso dalla città di Siena], senza il quale non era neppure possibile chiedere di essere ricoverati nello Spedale. Infatti il 5 agosto 1682, "Bartolomeo di Benedetto da Castella Azara, essendo venuto a Siena ammalato per curarsi; non potendo entrare in città per non havere poliza, nè fede di Sanità, ritiratosi sotto le grotte fuora di porta nuova Cura de’ Servi, et essendo da detto curato [Francesco Fracassi] confessato passò a miglior vita..." (AAS, S.Mamiliano in Valli 2462, c.94r, n.213).

Esempio della polizza di sanità che rilasciava la città di Siena


- "Adi 25 di maggio 1591. Morse Nastro Bartolomeo da Monte massi forestiero nella Camera Locanda della Cortonese nella nostra Parrocchia [S.Donato]..." (AAS, Siena S.Donato 943, c.2v).

Adì 7 Dicembre 1792

Habbino lì forastìeri nel venire dalli Stati alieni, come nel partirsi di questo facultà di portare per viaggio, e non altrimenti spada, pugnale, giaco, maniche, guanti di maglia, e segrete, et arue in (...) per tutti i luoghi eccetto in Siena dove le devino lassare alle porte, e non introdurre nella Città, se non spada, pugnale, storte, à simili sotto la pena imposta...
(ASS, Capitano di Giustizia 875, c.75, n.17, 2ª parte)

-"Adì 3 Marzo 1608. Bernardino di Jacomo da Cuna morse nel osteria di Rombolino e se sotterrò nella Chiesa di Santo Donato... - (MS, 1091, c.165r, n.440).

- "Adì 11 Agosto 1588. Benedetto alias detto il Gonnella corriere il quale veniva dì Spagnia e andava à Roma il quale morse a camara locanda in casa di Maria Magdalena accanto l'Abbadia a S.Donato... (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1105, n.303).

Adì 3 Ottobre 1792

Il Sig.re Giuseppe Boscarini di Siena à Nome, e Commissione di Monsieur Macdonald Inglese referisce che il dì 30 del caduto Settembre Il predetto Inglese Anzi La di lui Consorte Sig.ra Maria Macdonald nel sortire dalla Casa Abitata dal Referente posta in luogo detto La Locanda Inglese smarrì nell'Entrone nell'atto di Montare in Carozza un Anello d'Oro legato alla Ficarò con brillante Grosso in Mezzo legato in Pietra turchina con sei brillanti contornata detta Pietra, e tutto contornato di brillanti, del Valore di ottanta Luigi di Francia.
(ASS, Capitano di Giustizia 558, c.2v)

- "Adì 18 Marzo 1747. Maria figlia di Giovanni Petreni abitante a Calvello delle Monache di S.Marta cura di Recenza rese lo Spirito a Sua Divina Maestà la sera antecedente alle ore una, e un quarto di notte, in una Locanda del Commendator Petrucci posta per la piaggia dei Padri Carmelitani Scalzi in età di anni 20... (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1113, n.505). - Questa cosidetta piaggia, è la scesa che da Piazza dell'Abbadia - già piazza dei Carmelitani Scalzi - porta in Vallerozzi. Nel 1682 infatti, i componenti di questo ordine religioso si trasferirono in quello che oggi è l'oratorio di S.Donato e pochi anni dopo, nel 1691, trasformarono completamente la chiesa riducendola nella forma attuale.

- "Adì 23 Luglio 1697. Giovanni Domenico ebreo fatto cristiano morì nella strada dell'Abbadia per andare a S.Francesco in una Camara Locanda Cura di S.Pietro a Uvile... (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1109, n.608). - Un documento del 1229 ricorda che gli ebrei erano già presenti a Siena in quel periodo: svolgevano l'attività di "prestatori e forse erano i progenitori di coloro che vennero accusati di essere responsabili dello scoppio della peste del 1348. Fu questo l'unico grave atto di intolleranza che i "figli di David dovettero subire fino alla caduta della Repubblica. Con la venuta dei fiorentini, si ebbe invece subito l'ordine di radunare tutti gli ebrei: era l'inizio del ghetto. I maschi dovevano essere riconoscibili per un berretto giallo e le donne per una fascia gialla sul braccio destro: oltre a dover essere sempre a disposizione dell'autorità, era loro proibito di tenere banchi di prestito, di avere al proprio servizio domestici cristiani e di uscire dopo il calar del sole. Queste restrizioni, imposte da Firenze, vennero mitigate a Siena fino al 28 giugno 1799, quando la situazione precipitò per l'avvento delle bande aretine che saccheggiarono il ghetto, depredando e uccidendo 19 ebrei, perchè considerati ricchi, nemici dei cristiani e, soprattutto, perchè simpatizzanti dei francesi. Il massacro segno l'inizio del declino della comunità di Siena: molti si allontanarono, passando dalle 500 unità del Settecento alle circa 300 del secolo successivo e per arrivare al numero di oggi che è inferiore a cento. Questo ghetto, i cui cancelli si trovavano all'inizio di via del Luparello e in via di Salicotto, rimase in funzione, eccetto che per la parentesi napoleonica, fino al 1859.

- "Adì 18 Ottobre 1644. Lorenzo de'Carsetti fransese morse nella Locanda di Donna Caterina detta la Facchina essendo d'Anni 40 il suo corpo fù sepolto in S.Pietro a Ovile... (AAS, Siena S.Pietro a Ovile 1824, c.67r, n.113).


- "Adì 7 Novembre 1711. Giovanni Pepi Fiorentino ritrovandosi in questa Città, dove per più tempo haveva habitato, ma in diversi luoghi di detta Città, nella quale infermandosi andiede allo Spedale Grande, di poi essendo alquanto migliorato di Sanità, si ritirò à curarsi in una Locanda posta nella Cura di S.Pietro ad Ovile... (AAS, Siena S.Giovanni Battista 1111, c.4v, n.20).

- "Adì primo Ottobre 1772. Teresa moglie di Gio Battista Gigli passò a miglior vita il giorno antecedente alle ore otto della mattina in età d'anni 66 in circa, nell'Osteria delle MOnache di S.Bastiano a Ovile..." (AAS, Siena S.Eugenia 968, n.10)

- "Adì 12 Gennaro 1652. Agnesa Parvula dell'hoste della Serena agl'Orbachi nell'età sua d'Anni tre sene volò in cielo..." (AAS, Siena S.Donato 946, c.91r). - L'ingresso al vicolo degli Orbachi è quasi dirimpetto alla fontanina del Bruco. Questa caratteristica vìuzza, un tempo era articolata in due tratti ben distinti: il primo si internava tra le case con la denominazione di via degli Orbachi di Sotto, l'altro si staccava dal precedente con il nome di via degli Orbachi di sopra e, proseguendo tortuoso e strettissimo dietro alle case di via dei Rossi, sbucava in piazza dell'Abbadia.

- "Il dì 31 di Luglio 1606 si seppellì in nostra Chiesa [S.Donato] Silvio infante figlio di Francesco oste agli Orbachi..." (AAS, Siena S.Donato 944, c.24v). - Da Franco Daniele Nardi, abbiamo appreso che il 4 novembre 1611, i gestori e il personale della locanda, furono convocati in tribunale per accertare se il prete Andrea Marchini avesse passato la notte con una donna. Il figlio dell'albergatore, riferì che nell'osteria risiedevano stabilmente delle meretrici conosciute con i nominativi di Dorotea, Realta, Iacoma Genovese e la Bolognese, le quali non disponendo di una casa propria, si arrangiavano facendosi offrire da mangiare e da bere dai clienti in cambio di qualche momento d'amore. Il giovane aggiunse anche altri dettagli sul prete: "huomo di statura non molto grande, di pelame rosso et barba larga , che si trattenne nell'osteria la notte di Ognissanti, cenando e dormendo con una certa Marietta, abitante nei paraggi, con cui aveva desinato anche il giorno seguente con del pesce e delle uova, essendo la vigilia di S.Simone.


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