Vinse la Chiocciola col famoso stornino di Don Felice Pisani, che entrata prima a principio di corsa (verso la Fonte Gaia) tale si mantenne per tutta la corsa e così vinse facilmente il palio.
Alla vincita arrivarono nell'ordine seguente: 1ª Chiocciola, 2ª Pantera.
Prima di questo palio i fantini per le prove indossavano un berretto rosso ed una giubbetta bianca; le diverse Contade distinguevasi soltanto dalla spennacchiera collocata in fronte ai cavalli; solo per la prova generale mettevano gli abiti della Contrada. Per la prima volta in occasione di questo palio, i fantini furono fatti vestire per ciascuna prova con gli abiti della Contrada, tranne dei pantaloni i quali venivano indossati solo per la prova generale. Verso il 1890 fu poi adottato di vestire completamente i fantini con l’uniforme della Contrada per tutte le prove.
Data la superiorità del cavallo della Pantera (un morello di Arcangelo Amaddii) nacque generale il sospetto che il fantino Bachicche non avesse fatto il suo dovere, agevolando con la sua volontaria perdita la vittoria alla Chiocciola.
Il palese tradimento di Bachicche suscitò un fiero risentimento nell'animo dei più autentici panterini, ed esso ebbe a passare un brutto quarto d'ora.
Un tale, certo Momo Dinelli, un ometto assai piccolo e di persona imperfetta che per la contrada aveva un culto, al colmo della disperazione, preso del petrolio nella bottega del vinaio, detto Tono del Nerli, che teneva alla Madonna del Corvo, mentre fece l'atto per gettarlo addosso al fantino Bachicche, è fermato in tempo da alcuni della Pantera ivi presenti.
L'intenzione di Momo era di appiccare poi il fuoco alle vesti del fantino, al quale faceva carico di non aver vinto il Palio e di non aver veduto nella perdita giustificato motivo.
Probabilmente il buonissimo Momo doveva avere molta ragione.
(Da "I quaderni del Griccioli" della Nobil Contrada dell'Aquila)
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