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2 luglio 1845
LEOCORNO



L'ordine NON è quello di entrata fra i canapi e il grassetto indica la vincitrice
In questo colore le contrade estratte a sorte
Cliccando sui nomi dei fantini e sulle immagini, si apriranno le relative pagine
(Abbreviazioni: B=baio; G=grigio; I=isabella; M=morello; R=roano; S=sauro)

* Fantino esordiente

M. di L.Barbetti LEOCORNO Sagrino *
M. di G.Ceccarelli AQUILA Fornaio
M. di G.Masoni BRUCO Partino Maggiore
M. di G.Grassini GIRAFFA Cilla
B. di F.Bianchini ISTRICE Saltatore
M. di L.Bernini LUPA Figlio di Bonino
M. di G.Masi TARTUCA Campanino
M. di P.Giannelli SELVA Gobbo Saragiolo
M. di G.Senesi PANTERA Bonino
G. di G.Bernardini NICCHIO Bicchierino

GIUDICI DELLA MOSSA: Remigio Bellugi e Bernardino Sergardi






CAPITANO VITTORIOSO: Giuseppe Adriani

La contrada non vinceva dal 2 luglio 1839
Primo Palio vinto da questo fantino




Dopo avere avuto luogo il consueto corso delle carrozze, entrarono in Piazza le Contrade coll'ordine assegnato loro, e fecero il solito giro attorno ad essa; osservandosene alcune, e specialmente l'Istrice, ed il Bruco, far mostra di graziose ed eleganti comparse, vestite alla militare, e con i colori che di ciascuna erano proprj. Dato quindi il segno della corsa con il mortaletto, si presentarono i dieci fantini al canape con bell'ordine, e così si mantennero finché dai signori giudici nobile signor Bernardino Sergardi, e Remigio Bellugi, fu essa data con precisione, e maestria, talché certamente meritarono questi giustissima lode. Partiti tutti insieme dal canape si vide andare innanzi la Tartuca [fantino Campanino], che essendo tosto raggiunta dalla Selva [fantino Gobbo Saragiolo] e dalla Lupa [Bonino Figlio] dové molto contrastare con ambedue, contrasto che le costò caro poiché quasi può dirsi essere stato quello che decise l'esito della corsa in favore d'altra contrada. Infatti giunti così alla piegata di S.Martino il fantino dell'Unicorno profittando della confusione in cui si trovavano i tre primi suddetti girando al di fuori molto a largo spinse il suo cavallo avanti a tutti e molto si avvantaggiò. Continuando così per tutta la prima girata, e gran parte della seconda, sembrò in un momento che nascesse la probabilità di veder raggiungersi il primo, specialmente dalla Selva il di cui cavallo era guidato dal nominato Gobbo detto Saragiuolo, o Saragiolo. Ma giunto questi alla voltata del Casato, o sia che egli non fosse in grado di evitare il pericolo per essere assai malmenato dalle percosse avute ovvero fosse spinto verso il colonnino dal fantino della Lupa, il fatto è che urtando in esso con violenza nel tempo appunto che tentava di farsi avanti a tutta possa, cadde all'indietro sul terreno, ed il cavallo della Pantera [fantino Bonino], che veniva di poi lo calpestava, facendoli nella testa una grave ferita, che però non ebbe triste conseguenza. Cessata in tal guisa la speranza che il cavallo dell'Unicorno potesse essere raggiunto da alcuno, si mantenne infatti sempre innanzi a gran distanza dagl'altri, e com'era naturale giunto il primo alla meta riportò la vittoria, lasciando immediatamente dietro a sé la Lupa, la Tartuca, e quindi tutti gli altri. Da ciò dunque si rileva che la corsa fu pochissimo contrastata, che (tranne la caduta della Selva) non presentò aneddoti rimarchevoli, che infine solamente è da considerarsi rara la perspicacia e la destrezza del fantino dell'Unicorno, essendo egli un giovanetto di soli 14 anni chiamato per soprannome Sagrino, il quale però molto fu coadiuvato dalla bravura del cavallo, che assai più pratico della Piazza e superiore era di forza a tutti gli altri.

(Da "Memorie di Palio a cavallo tre secoli" a cura di Paolo Tertulliano Lombardi)