www.ilpalio.orgwww.ilpalio.org

18 agosto 1783
ONDA



Ricorsa di agosto indetta da un impresario teatrale
L'ordine è quello di entrata fra i canapi e il grassetto indica la vincitrice
In questo colore le contrade estratte a sorte
Cliccando sui nomi dei fantini e sulle immagini, si apriranno le relative pagine
(Abbreviazioni: B=baio; G=grigio; I=isabella; M=morello; R=roano; S=sauro)

* Fantino esordiente

M. di L.Dei ONDA Dorino
B. di C.Valentini TORRE Nacche
M. di G.Pignotti CIVETTA Ciocio
B. di M.Morichelli LUPA Begnamino
F. di N.Bartaletti GIRAFFA Grillo
G. di D.Papi BRUCO Lollo
S. di A.Merlotti VALDIMONTONE Annibale *
B. del Bartaloni PANTERA Romeo
S. di G.Nardi NICCHIO Biggéri
G. di G.Bonci AQUILA Gigi Bestia

GIUDICI DELLA MOSSA: Giuseppe Brancadori e Silvio Dei

CAPITANO VITTORIOSO: Gaetano Marconi

La contrada non vinceva dal 16 agosto 1779
Il fantino non vinceva dal 2 luglio 1782




A dì 18 agosto fu fatto ricorrere il Palio dall'impresario signor Andrea Toti, il quale per trattenere i forestieri scelse il giorno 18, giacché il 16 cadeva in sabbato giorno proibito per le rappresentanze teatrali. La corsa fu garosa, e vinse il Palio la Contrada dell'Onda [fantino Dorino]. In questo anno per la Corsa dei barbari al 15 dello stesso mese accadde un caso che merita registrarsi. La barbara del signor Caraffa di Napoli celebre per la sua velocità, per cui riportava il premio di tutte le Corse di Italia, caduta presso il monastero di Ogni Santi, e rottasi per la percossa la testa, esalò quasi sul momento la sua anima, che restituì alla Terra, da cui era partita. Pecci: Correndosi in questo giorno il solito Palio alla lunga coi barberi, accadde che morì nel corso una barbera del principe don Diomede Caraffa de' duchi di Matalona raccomandata al cavaliere Alesandro Sansedoni, la causa della morte fu perché altro barbero de l'istesso don Diomede la strinse tanto al muro verso la strada d'Ogni Santi, che avendo incontrato uno spigolo della muraglia vi batté con impeto e restò quasi morta per allora, corsero i barbareschi, l'alsarono e la disarmarono e la conducevano a mano verso casa, ma vicino a S. Giorgio la barbera cadde morta.

(Da "Memorie di Palio a cavallo tre secoli" a cura di Paolo Tertulliano Lombardi)