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- PROCESSI E FATTI CURIOSI CHE RIGUARDANO I FANTINI -

Montieri e i vecchi rancori per un palio corso a Certano






Tribunale Civile e Correzionale di Siena alla pubblica udienza di Mercoldì ventiquattro Novembre Milleottocentottantasei causa contro:

1. Cianchi Celso fu Pietro
2. Pocci Egidio di Luigi
3. Franchi Bernardino di Giuseppe
4. Turillazzi Callisto del fu Luigi
IMPUTATI
I primi tre di lesioni premeditate leggiere, e violenza contro la pubblica tranquillità; per avere nelle ore pomeridiane del 16 Giugno 1886 in Rosia (Sovicille) a seguito di preordinato disegno, e ad oggetto di esercitare vendette in correità fra loro, usato violenza contro Ravenni Telemaco, il Cianchi percuotendolo con un corpo contundente e il Pocci e il Franchi tenendolo fermo, per modo che esso Ravenni ebbe a riportare una ferita lacero contusa alla regione parietale destra, e due contusioni, una presso l'occhio sinistro e l'altra sul braccio destro, in conseguenza delle quali lesioni rimase impedito di valersi dell'esercizio delle sue forze fisiche per la durata da sette agli otto giorni.
Ed il quarto, cioè il Turillazzi, di lesione personale improvvisa leggiera, per avere nelle predette circostanze di tempo e luogo dolosamente ammenato un colpo di bastone al Cianchi Celso sulla testa cagionandogli soltanto dolore al corpo. Il 15 del mese di Maggio 1886, in occasione di una festa che aveva luogo a Certano, Telemaco Ravenni, il quale prendeva parte come fantino, alla corsa che si dette in quella occasione, unitamente al giudicabile Celso Cianchi detto Montieri, cercò di non far passare avanti il prenominanto Cianchi il quale indispettito per ciò, appena terminata la corsa che fu vinta da Sabatino Brogi del comune delle Masse di Siena, si scagliò contro il Ravenni stesso per percuoterlo, e il Ravenni reagendo gli dette qualche colpo di mano, ma tutto ebbe termine in quel momento.


Per questi fatti, Montieri, il Pocci e il Franchi vennero condannati a 3 mesi di carcere e a un indennizzo a favore della parte lesa: il Turillazzi venne invece assolto.


Archivio di Stato di Siena - Tribunale di Siena 411