I PAPEI FIORENTINI
  
  
Non nascondo di esser rimasto stupito, quando lessi fra gli incarti matrimoniali dell'Archivio Arcivescovile di Siena una  missiva,
       inviata da Firenze da Domenico Papei al Priore di  S.Ansano a
        Dofana, tal sacerdote Giuseppe Molletti.
  
         
    
     
  
  
      
 
              Nella lettera, il Papei sollecitava con insistenza una 
        testimonianza dal Molletti,  che doveva  garantirgli lo  stato 
        libero, condizione indispensabile  per le  sue nozze 
        che si sarebbero dovute celebrate il 24 giugno 1671, per la festa di San Giovanni.
  
             
  
     
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MOLTO ILLUSTRE E REV.SIG. MIO PADRONE COLENDISSIMO
  
            
                    Resto fuor di modo maravigliato, mentre havendoli  scritto, una mia per  il Sig. Mario 
                    Bandinj, pregandola favorirmi  delle fedi,  come  io non  sia stato  costà ammogliato, 
                    mentre N.S. mi ha spirato accompagnarmi, e credo che non sia cosa  di grande  incommodo, 
                    se ci sia qualche  poca di spesa, mel'avvisi,  non mancherò rimettergliela  e con ogni 
                    sollecitudine favorisca  inviarmi dette  fedi, acciò  io  possi  tirare  avanti questo 
                    matrimonio, e la prego  il favorire le  mie  nozze questo  S.Giovanni, e  pregarne mio 
                    Fratello, e mia Cognata che si assicurino,  che mi faranno cosa  grata, altrimenti, non 
                    mi stimino, né‚ per Parente, né per Amico, io per grazia di Dio non ho bisogno di nulla 
                    del loro, mi favorischino tutti di ciò, si come ne prego V.S. di mandarmi queste fedi, 
                    acciò non habbi à venir costà da mè mia madre si raccomanda alla madre di V.S., così à 
                    tutti di  nostra casa,  il simile  farò à  V.S.,  et à  Pavolo mio  fratello et  à mia 
                    Cognata, e che se non  possono venire tutti due,  venga con V.S.  Pavolo, in quanto di 
                    V.S. io  ne  fò  capitale,  che  credo sarà  curiosa  voler  vedere  la  sollenità  di 
                    S.Giovanni, altro non mi occorre, se non che mi comandi, e favorisca.
  
                    
                    Di Firenze li 5 giugno 1671 
  
                                                      Domenico Papei
  
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Domenico, come avremo modo di leggere in un altro capitolo, aveva studiato
per diventare chierico, ma per la condanna subìta 
 per un  furto 
        nella Chiesa della Madonna del Suffragio (cfr. Il processo a 
        Domenico Papei), non gli venne concesso di indossare l'abito talare. 
              Dopo aver scontato un anno di carcere a Livorno, fu esiliato ad Arezzo e quindi si stabilì nel capoluogo Toscano, da dove proveniva la  madre e la sua futura sposa: Lucrezia Mozzi, che nacque nel territorio della parrocchia di S.Ambrogio, mercoledì 6 aprile 1644. 
              L'esistenza dei Papei a Firenze, è confermata pure 
 nel "Necrologio Fiorentino", presso la Biblioteca Nazionale Centrale. 
 In questi
austeri libri, pur con alcune imprecisioni, venivano annotate da Padre Eusebio Cirri, 
le inumazioni nelle chiese fiorentine dal XIII al XVIII
secolo. Giunti alla pagina 113 del XIV volume, troviamo: 
Domenico Papei sepolto in S.Pier Maggiore il 12 febbraio 1703; suo figlio Giovanni Maria sepolto in S.Procolo il 29 novembre 1745;
Ortensia, della quale non abbiamo la certezza della paternità, sepolta in S.Maria Maggiore. 
Proseguendo, a pagina 239 si osserva che con Massimo
Pecchioli e Ortensia Papei,  viveva
oltre alla loro figlia Marta (nata il 6 novembre 1705 nel popolo di S.Felicita e sepolta in S.Pierino il 26
maggio 1743), pure  tal Caterina, che poteva essere una cugina. 
	L'essere seppelliti nel perimetro di queste chiese non significava
avere radici illustri. La
professione di costoro, era, nel migliore dei casi quella di modesto artigiano, ma purtroppo nel caso dei Papei e dei Pecchioli, non
ci è dato modo di saperlo. 
Dal libro dei defunti di S.Pier Maggiore, emerge che Domenico trascorse gli ultimi anni della sua vita in Borgo Pinti, infatti vi era annotata pure la via dove abitava. 
  
    
     
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 Adì 12 febbraio 1702 (1703 secondo l'odierno calendario)
Domenico di Gio. Maria Papei d'età d'anni 64 passò all'altra vita munito dei S.S.Sag.ti
marito fù della Lucrezia Mozzi si cavò de Pinti fù sepolto in Chiesa nostra con mezza limosina
per i nostri curati 
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Al momento, non è possibile sapere con precisione quanti figli avesse avuto Domenico.
Il primogenito dovrebbe essere stato Giovanni Andrea, nato il 4 marzo 1673 nella territorio di S.Pancrazio e  potrebbe esser morto in tenera età. 
Quindi i 19 maggio 1676 nacque Giovanni Maria che in seguito diverrà prete e, secondo ciò che scrive il Necrologio Fiorentino, bisognerebbe aggiungervi pure "Ortensia Papei, di Domenico, donna di Massimo
Pecchioli, sepolta in S.Maria Maggiore l'8
febbraio 1748". 
Sull'identità di costei nutriamo alcune perplessità che sinteticamente cercheremo di esporre. In effetti, l'8 febbraio 1748 compare nel libro dei morti della Curia Arcivescovile, questo battesimo:
  
    
     
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Ortenza moglie di Domenico Pecchioli della cura di S.Pierino Nostra Terziaria per accidente improvviso passò a miglior vita in età d'anni 60 in circa e fu condotta dalla nostra Compagnia alla nostra Chiesa. Fra' Giuseppe Malesci Curato
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Osserviamo dunque che il nome del marito è diverso da quello riportato dal Necrologio Fiorentino (Massimo) e pure l'eta presunta di Ortensia ci induce a riflettere. 
Se togliamo infatti all'anno di morte l'età indicata, la sua data di nascita si collocherebbe intorno al 1688. Se ella fosse stata figlia di Domenico Papei, sua madre Lucrezia avrebbe avuto 44 anni, un'età abbastanza avanzata per poter procreare. 
I nostri dubbi sarebbero stati fugati se avessimo trovato il battesimo di Ortensia, cosa che al momento non è stata possibile. 
Su Giovanni Maria invece siamo più sicuri e da come certificano i battesimi dell'Archivio dell'Opera di S.Maria del Fiore egli nacque a Firenze nel territorio di S.Felicità, il 19 maggio 1676 alle ore 10.
  
   
 Mori all'età di circa 72 anni,
"sorpreso da accidente improvviso". 
	La sua famiglia abitava nel quartiere di S.Pancrazio,
proprio nel cuore della città, fra piazza S.Maria Novella e
via	de'Tornabuoni.
 
    
  
      
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	Procedendo nella	consultazione	dei	registri
battesimali che vanno dal 1672 al 1679, eccetto Giovanni Maria, non risultano nati,
in quel periodo, altri Papei di sesso maschile: se ciò corrispondesse a verità, come è
assai probabile, questo "ramo" si sarebbe estinto poichè Giovanni Maria divenne sacerdote.
 
	
  
  
¹ Lucrezia Mozzi di Giovanni Andrea di Domenico e di Caterina di Francesco Pazzi, popolo di S.Ambrogio, nacque a Firenze mercoledì 6 aprile 1644 alle ore 1. Compare fu Michele di Domenico Pallucci
  
 
S.PIER MAGGIORE - Una bellissima chiesa scomparsa o quasi; 
Sorgeva nel cuore della
piazza omonima (che ne conserva il nome) , non lontana dal 
Bargello e da Santa Croce.
Attraverso le antiche illustrazioni si nota che si trattava di 
un edificio
indubbiamente di origine medievale, ma profondamente 
rimaneggiato in periodo Barocco.
A quest'epoca, e precisamente al 1638, appartiene il portico 
superstite, tutto il
resto, minacciando rovina, fu demolito nel 1784. 	 
S.MARIA MAGGIORE - E' una fra le prime chiese di Firenze, 
ricordata dai documenti
fino dal 931 e una fra le primissime in assoluto ricostruite 
in stile gotico. Ebbe
dinanzi un portico e di fianco un piccolo cimitero, dove vi fu 
sepolto anche Brunetto
Latini. La sua posizione è centralissima, in via de'Cerretani, 
quasi all'angolo di via
dei Tornabuoni.
  	
SS.PROCOLO e NICOMEDE - Si sa dai superstiti documenti, che 
questa chiesa, situata
in via dell'Acqua, a tergo del Bargello, fu eretta nel X secolo 
e quindi riconsacrata
il	17 agosto 1187. Fu modificata e restaurata rispettivamente 
nel 1622 e nel 1742. Nel
1741 fu annessa a questa prioria la cura d'anime di S.Martino 
al Vescovo e nel 1755
quella di S.Apollinare. Nel 1778 venne soppressa e annessa a 
S.Maria della Badia.
  
	
              
 
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