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Molti dei nostri lettori avranno assistito e forse anche partecipato a scorribande notturne di giovani animati dalla voglia di divertirsi con cori smodati e schiamazzi intervallati da frequenti brindisi. In serate del genere l’eccesso è dietro l’angolo e si fa presto a trascendere in comportamenti illeciti e finire nelle maglie della Giustizia. È proprio ciò che accadde il 15 novembre 1846 a una comitiva di cui facevano parte David Bianciardi detto Sagrino, vincitore del Palio di luglio di quell’anno, e Tommaso Magi detto Nasorotto che aveva corso il suo primo e ultimo Palio l’anno precedente.
Al Giudice Direttore degli Atti Criminali di Siena pervenne il seguente esposto:
“Veduto il rapporto del Sotto Ispettor di Polizia e a separati reclami del Dottor Giuseppe Mannini, di Giuseppe Giovannelli, e di Alfonzo Ticci in data de’ 20, 21, e 23 cadente, contro:
1 Santi di Sabatino Chiesi detto Ciapetti di anni 17 scapolo
2 Domenico del fu Giuseppe Galardi, di anni 31 ammogliato con figli
3 Vincenzo di Giovanni Piazzesi, di anni 18 scapolo
4 Giuseppe di Giovanni Piazzesi di anni 27 ammogliato senza figli
5 Dario di Francesco Lotti di anni 22 scapolo
6 Giovanni di Vincenzo Boccini detto Boccino di anni 23 scapolo
7 Augusto di Francesco Lotti detto Nappa di anni 18 scapolo
8 Giuseppe di Mattio Bernini di anni 21 scapolo detto il monco
9 David del fu Giovanni Bianciardi di anni 18 scapolo detto Sagrino
10 Luigi di Agostino Giuggioli di anni 19 scapolo
11 Ferdinando di Giuseppe Savoj ragazzo di anni 12
12 Fortunato del fu Luigi Periccioli ragazzo di anni 12
13 Tommaso del fu Antonio Magi di anni 27
tutti braccianti dimoranti in queste Masse per contegno irregolare clamori notturni, vie di fatto, e depredazioni.
Atteso che sia stato esposto, che nelle ore notturne del dì 15 stante i nominati individui portatisi alla Villa di Giuseppe Giovannelli per giocare alla Tombola, essendosi questo ricusato dal riceverli in propria casa, si erano dati ad insistere di rimanervi e che sortiti si erano fermati all’esterno a far clamore ed intonare canti osceni, e vituperanti la famiglia Giovannelli nell’atto che scagliavano sassi verso la loro abitazione, e portavano via una quantità di pali da viti;
Che successivamente passati all’altra Villa del Cancelliere Giuseppe Mannini avevano trovato un palancato di legno che circondava la medesima;
Che giunti per la via esterna di Camullia, si erano imbattuti nel possidente Alfonso Ticci che senza alcun ragionevole motivo avevano percosso a colpi di palo, e di mano;
Che alla fine, fermatisi al Caffè di Francesco Maccari situato nel subborgo di Camullia avevano con grida smodate richiesto di esser serviti di rosolio, e bevuto detto liquore, non solo si erano partiti cinque di essi senza pagare il rinfresco, ma avevano portati via numero sei cucchiajni di Pantò, rotto un cristallo, e percosso il figlio di Francesco Maccari.
Atteso che questi fatti oltre all’aver arrecato grave disturbo ai reclamanti sieno anche accompagnati da pubblicità scandalosa avuto anche riflesso che furono commessi dagli imputati in complotto, ed in stato d’ebrietà dopo aver gozzovigliato in una casa situata all’esterno, e d’appresso la Porta Fontebranda.
Atteso che i clamori notturni gli insulti, e depredazioni siano rimessi sufficentemente in atti verificati, e gli imputati non siansi rilevati, meno che il Chiesi rapporto all’incoveniente avvenuto alla Villa Giovannelli non prendesse parte.
Per questi motivi condanna: Domenico Galardi, Vincenzo Piazzesi, Giuseppe Piazzesi, Dario Lotti, Giovanni Boccini, Augusto Lotti, Giuseppe Bernini, Davidde Bianciardi, Luigi Giuggioli e Tommaso Magi alla carcere pergiorni sei, Santi Chiesi detto il Ciapetti come il meno aggravato in giorni tre di detta pena. E Ferdinando Savoi e Fortunato Periccioli imputati in una giornata di sequestro per ciascuno nel locale esistente presso le carceri”.
Sagrino e Nasorotto chiamati a discolparsi rilasciarono le seguenti dichiarazioni:
“David come disse del fu Giovanni Bianciardi detto Sagrino d’anni 18, scapolo, mugnaio e fantino di Piazza, nato e dimorante in queste Masse nel popolo di Tressa:
La sera del 15 Novembre 1846 in domenica mi ubriacai bene bene a una cena che ebbe luogo in casa Piazzesi perciò di li in poi non so cosa facessi, perché mi trovai a letto la mattina dopo.
Tommaso del fu Antonio Magi, di anni 27 scapolo, nato a Lucignano di Valdichiana, dimorante a S.Prospero fuori Porta Fontebranda, contadino. Dopo essere stato a cena in casa di un tal Piazzesi domenica 15 cadente insieme con molti altri miei conoscenti andammo tutti a fare a tombola alla Villa di Giuseppe Giovannelli, ma non ci fecero giuocare perché eravamo troppi, per cui me ne andai a casa direttamente e non commisi alcuna mancanza, non cantai, non feci prepotenza ad alcuno”.



Tratto da FANTINI BRAVA GENTE di E.Giannelli, M.Picciafuochi, A.Ferrini e O.Papei - Betti Editore, Siena 2014