
DIVENTO' NOBILE PER LE IMPRESE GUERRIERE
Tratto dal supplemento "Speciale Palio di Siena" de "La Nazione" del 15 agosto 2004
«Tutti armigeri e di valore». Così
una cronaca del XVI
secolo definiva i popolani del rione
dell’Oca, esaltandone
il contributo all’ultima lotta di Siena per
la propria indipendenza (1552-1555). Ma le
imprese guerriere delle compagnie militari
di San Pellegrino e di
Sant’Antonio, che
spiegava per insegna
un’oca bianca in campo verde riprendevano una tradizione
medioevale che segnalò i
guerrieri dell’Oca già
nelle battaglie di Montemaggio e di Monteaperti in seguito alla
quale ebbe il titolo di
«Governatora». Per il
valore dimostrato dagli ocaioli nelle imprese belliche successive
alla Contrada fu concesso di potersi fregiare del titolo
di «Nobile». Dal XV secolo la
Contrada è proprietaria della casa ove nacque Santa Caterina
patrona di Siena, d'Italia e d'Europa e le dedica la festa
titolare.
La Nobile Contrada dell’Oca officia
nell’oratorio di Santa
Caterina, costruito fra
il 1464 e il 1474 dagli
abitanti di Fontebranda su progetto di Francesco di
Giorgio Martini. L’Oca mantiene
una secolare e vivacissima rivalità con la
Contrada della Torre,
contrapposizione inevitabile fra i due rioni
storicamente più popolosi e popolari di Siena risalente almeno al
XVI secolo e che non
è mai venuta meno.
In Fontebranda, nacque nel 1870 la prima
Società senese di mutuo soccorso, poi fusasi con la Società
Trieste, fondata nel 1919 e
che prese il nome dall'omonima città
da poco redenta.
Fra i documenti più antichi conservati
nell'Archivio della
Contrada sono un libro di Deliberazioni
del 1601 e i Capitoli
del 1675, ove si legge:
«fiorisca tra noi quella pace e concordia...-
sempre ammirata nella nostra contrada e
lasciataci per eredità
da’ nostri antenati».
Ancora oggi l’Oca si
presenta come una
contrada nella quale i
segni della tradizione
secolare del Palio e di
Siena restano più fortemente impressi.
La
compatta solidarietà,
la fierezza, la capacità
organizzativa e la determinazione mai
smentita a primeggiare fra le Contrade furono
ripetutamente segnalate già nei secoli
scorsi come la ragione
ultima del fatto che
l’Oca ha riportato nel
Palio più vittorie delle
altre contrade «perché
- scriveva W. Heywood nel secolo scorso -
i bravi ocaioli se possono vogliono sempre
vincere. Essi sono un
popolo coraggioso...
Per loro il fine giustifica i mezzi, e se c'è un qualsiasi
loro sforzo che lo potrà ottenere, il palio verrà in Fontebranda».
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