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LA CUSTODE DELLA CONTRADA

Il Nuovo Corriere Senese pubblicò nel supplemento al n. 33 del 13 agosto 1989, un aneddoto di Elena Brizzi. Bisogna pertanto considerare i riferimenti temporali rapportati al 1989 e non ad oggi.

E' stata la custode dell'Oca per 18 anni.
Elena Brizzi, a dire il vero, è della Tartuca e non rinnega certo la sua Contrada.
Ma quei lunghi anni vissuti nelle stanze dell'Oca le hanno lasciato il segno, come lei stessa ci racconta.
Una testimonianza che prova come l'amore per la Contrada possa andare, a volte, ben al di là dei suoi colori. "Io nella Tartuca ci sono nata. Sono Tartuchina diamine. Però voglio bene anche all'Oca, perché a me ha dato tanto. E poi c'era mio marito, Martino Brizzi, un ocaiolo coi fiocchi.
Io la mia contrada non l'avevo mai frequentata. Ora c'è la società delle donne, dei ragazzi e tante attività.
Quando ero piccina tutte queste cose non c'erano e allora, si andava in società e si vedeva gli 'omini giocare a carte.
Insomma non mi ci sono attaccata. Poi nel giugno del '68 tornai nell'Oca a fare la custode. E d'Agosto vinse il Palio con Livietta.
Mi ricordo quando dettero questo cavallo che ci fu qualche contradaiola che berciava a Pippo Fontani, il proprietario: Accidenti a te, che ce lai portato a fare in piazza!, un po' come succede anche oggi
. La sera del Palio ero alla finestra della Contrada. Davanti a me ci stava il povero Aldo Bani, una guardia del comune, e mi disse: Oh Elena, mentre s'aspetta il palio, anche se tanto non si vince, asta qualche bandiera!
E così presi le aste e le bandiere che lui dalla finestra mi insegnava come fare.
E così ne feci una quarantina nel mentre che si aspettava il Palio. Poi in fondo alle scale si cominciò a sentire: Ha vinto l'Oca! Ha vinto l'Oca.
Era il Titti che urlava e bussava alla porta. Vennero tutti in Contrada e trovarono tutte queste bandiere astate e la Galluzza si riempì in un minuto.
La sera vennero i dirigenti, baci, abbracci, a ringraziarmi perché avevo preparato tutte quelle bandiere. Un fatto per loro magico. E io gli dissi che era tutto merito del Bani.
A proposito di Bani: e chi si può dimenticare Don Duilio. Quando arrivai ebbe un momento di esitazione. Era lui prima, a fare il custode. Era geloso della Contrada, perché per lui era tutto suo.
Sai che faceva? Andava dal fornaio, pigliava del lievito, poi lo impastava e si faceva la colla per appiccicarmi sempre sulla porta i messaggi per quello che dovevo fare: ricordati di portare la bandiera al Duomo; ricordati di portare la bandiera in Provenzano.
Ogni tanto gli chiedevo un consiglio e lui : O che un sai far niente?. E così sono diventata custode dell'Oca.
Sono stata bene e da quando ho smesso devo dire che mi sembra di aver perso tanto.
L'Oca con me si è sempre comportata bene. Sono tutti affettuosi, anche ora.
Mi hanno dato una casa in Fontebranda. Per loro rimango sempre Elena, la custode dell'Oca".