
QUANDO FACEVO IL PORTA-CESTA
Il Nuovo Corriere Senese pubblicò nel supplemento al n. 33 del 13 agosto 1989, un aneddoto di un contradaiolo della Civetta, tale Chiappo Chiapi.
Bisogna pertanto considerare i riferimenti temporali rapportati al 1989 e non ad oggi.
Non è un gioco di parole, ma il nome di uno dei Civettini che hanno fatto la storia della Contrada: Chiappo Chiapi. Titolare di una piccola agenzia di pratiche automobilistiche, in Via Garibaldi, è uno tra gli emblemi della Civetta. "il mio primo incarico in Contrada? E' stato quello di porta cesta. S'era nel 34 e si vinse il Palio. Mi piaceva stare dietro al cavallo e al fantino, scuriosare dentro l'entrone prima della corsa". Il sig. Chiapi non aveva la vocazione né dell'alfiere, né tantomeno del Tamburino. "Sono sempre stato un po' sfaticato - ci dice con il sorriso sulle labbra - e allora non mi sono mai vestito in piazza in comparsa". Sfaticato... Non sembrerebbe a sentire sciorinare uno dietro l'altro i ricordi della Civetta di ieri. Porta cesta, all'inizio, ma poi vero e proprio tutto fare. "Erano i tempi in cui le contrade anche più grandi venivano mandate avanti da poche persone. Figuriamoci la Civetta. Ci siamo fatti tutto da noi, piano piano. Se oggi la Civetta è quello che è, un po' è merito nostro: la Chiesa, ad esempio. Prima c'era un magazzino, dove oggi c'è la copisteria. Le cene, anche quelle erano davvero un'altra cosa. Una volta, negli anni 30, non mi ricordo per l'esattezza quando, alla cena della Prova Generale eravamo in tredici. E non so se in questo numero c'era compreso il fantino". Nel racconto di Chiappo Chiapi traspare davvero la Siena dei nonni, una Siena affascinante. ma al tempo stesso non sempre invidiabile, un esempio da seguire per il Palio di oggi, ma anche un modello non più proponibile. "Certo, tutta un'altra cosa - continua Chiappi - ma non sempre erano rose e fiori. Anche nel Palio e nella vita di Contrada". Chiappi ricorda i vecchi amici, alcuni dei quali scomparsi. Uno su tutti: Sabatino Mori. "Era un personaggio unico al mondo. Voleva alla Civetta un bene infinito. Pensa che ogni qual volta doveva fare un viaggio in aereo, stipulava un'assicurazione di centinaia di milioni in favore della Civetta. Chissà in quanti sarebbero disposti a fare altrettanto oggi. "Batino" del resto aveva un affetto per la Civetta fuori da ogni norma. Era la sua grande famiglia. Una famiglia tranquilla, a sentire il racconto di Chiappi. Una Contrada non certo turbolenta come altre, che nel passato era preferita per ospitare personaggi importanti, cantanti famosi, uomini della politica. Come quando venne Gronchi, il Presidente della Repubblica. "Mi ricordo una gran festa - dice Chiappi - con tutta la Contrada imbandierata. Oggi un avvenimento del genere non sarebbe seguito con l'enfasi di un tempo". Intanto la Civetta cresce, ringiovanisce, prolifica. "Quanti giovani ! Spesso mi vengono a trovare, qui all'ufficio. Gli piace ascoltarmi, gli piace che racconto loro la Contrada di un tempo, aneddoti e storie. Sono contento che sia così. Sarebbe un peccato che i ragazzi di oggi non conoscessero il Palio di ieri. Hanno tutto il tempo per imparare quanto di buono e di cattivo eravamo capaci di fare".
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