Palio di Siena

Cronache dei Palii del 1951


2 LUGLIO 1951


La tratta di questo Palio venne posta in pericolo dall'esiguo numero di cavalli che erano stati presentati. Alle 10 solo 4 soggetti si trovavano dentro il Cortile del Podestà e si disperava di poter raggiungere il numero sufficiente per poter dare il via alle operazioni di rito. Dopo un estenuante attesa il numero salì a 14 e si potè tirare perciò un sospiro di sollievo.
Dopo le prove di selezione vennero scartati Gazzella, Biondo, Argo e Grillo, mentre gli altri 10 soggetti prescelti vennero così assegnati:
Titina o Nottolina - Chiocciola; Fato - Montone; Volpe - Nicchio; Stellina - Tartuca; Gina - Torre; Niduzza - Bruco; Archetta - Pantera; Marcella - Oca; Dorina - Giraffa; Salomè - Selva.
I pronostici furono ancor più difficili del solito perchè ben 5 cavalli erano nuovi della piazza e non si poteva conoscere con sicurezza la loro forza. L'interesse generale era rivolto principalmente alle monte che, alla sera della prima prova, furono le seguenti: Gentili (Tartuca), Ganascia (Torre), Mezz'etto (Selva), Remo (Bruco), Amaranto (Pantera), Ivan il Terribile (Montone), Arzilli (Oca), Imolo o Falchetto (Nicchio) e Gelato (Giraffa); appena i canapi furono calati partì in testa il Montone senza che nessun antagonista cercasse di contrastargli la corsa solitaria. Quando tutti aspettavano la vittoria della Contrada dei Servi, si fece avanti mirabilmente la Selva che, grazie alla bravura ed alla spericolatezza del proprio fantino, sopravanzò l'antagonista vincendo la prova. Al secondo giro al Casato cadde l'Oca. Per la seconda prova il fatto più importante fu il passaggio di Gentili dalla Tartuca alla Pantera mentre la prima contrada affidò le sue speranze ad Albano. Lo svolgimento della corsa fu molto regolare: la Selva prese subito la testa ma preferì desistere dal forzare il cavallo; passò in testa perciò il Nicchio che vi si mantenne vincendo la prova davanti alla Giraffa. La terza prova fu corsa un po' in ritardo a causa di un forte acquazzone che si abbattè su Siena nel pomeriggio. Un solo cambiamento per le monte, la Chiocciola presentava Amaranto al posto di Bazza. La prima mossa non fu considerata regolare ed alla seconda scattò in testa il Bruco seguito da vicino dal Nicchio, dalla Tartuca e dalla Pantera. Al primo giro a S. Martino si ebbe l'impressione che la Pantera potesse passare in testa ma l'attacco portato da Gentili venne prontamente rintuzzato. All'altezza del bandierino il Bruco rallentò volutamente l'andatura favorendo così Nicchio e Pantera che arrivarono nell'ordine. Alla seconda mossa, quella valida; il cavallo della Chiocciola cadde trascinandosi dietro il fantino, fortunatamente nessuno riportò danni. Al secondo giro, causa la pista sdrusciolevole, cadde anche il Montone. Questa sera venne data notizia che il Masgalano di quest'anno era stato offerto dalla Corporazione dei Beccani. La quarta prova fu vinta dalla Giraffa ma non riservò soverchie emozioni; il fatto saliente venne rappresentato dalla caduta, al secondo giro, del popolare Ganascia che correva per la Torre. La Prova Generale fu estremamente interessante, non solo per l'impegno profuso da tutte le contrade, ma anche per l'entusiasmante corsa fatta dal generoso cavallo della Selva: Salomè. Dopo la confusa partenza il fantino della Selva cadde, ma l'intelligente cavallino continuò ugualmente la corsa restando primo, vanamente inseguito dalla Pantera e dal Nicchio, per due giri. Al bandienino del secondo giro si fermò, ma quando vide che veniva superato dagli altri cavalli, riprese la sua corsa furiosamente e coronò l'inseguimento al Casato dove si portò in testa superando la Pantera dall'interno. La corsa venne ufficialmente vinta dalla Pantera in quanto Salomè giunse al bandienino senza la spennacchiera che era rimasta, insieme agli altri finimenti, tra le mani di Mezz'etto. La provaccia venne vinta dalla Torre, ma la corsa, come al solito non riservò eccessive emozioni. La sera del Palio le contrade vennero chiamate tra i canapi nel seguente ordine:
Selva - Salomè (Mezz'etto); Nicchio - Volpe (Imolo o Falchetto); Torre - Gina (Ganascia); Pantera - Archetta (Gentili); Montone - Fato (Ivan il Terribile ); Oca - Marcella (Arzilli); Bruco - Niduzza (Rompighiaccio); Giraffa - Dorina (Gelato); Tartuca - Stellina (Albano); Chiocciola - Titina (Bazza).
I fantini nervosissimi, non riuscivano a mantenere il posto spettantegli e perciò il mossiere si vide costretto a far uscire di nuovo tutti. Al secondo allineamento il mossiere riuscì a trovare l'attimo buono ed i cavali si gettano sulla pista a gran carriera. Scattarono in testa Selva e Pantera seguite dal Nicchio e dalla Torre. Al primo giro, a S.Martino, curvò prima la Pantera seguita dalle altre nell'ordine suddetto. Al primo giro al Casato il fantino del Nicchio cadde ed ad inseguire la Pantera, che nel frattempo aveva già un buon margine di vantaggio, restarono solo la Torre e la Selva nell'ordine. Intanto anche il Bruco era riuscito a farsi sotto ma a S.Martino, forzando troppo, cadde e le posizioni non mutarono più nonostante che la Torre cercasse disperatamente di superare la Selva per poter insidiare così la Pantera. La contrada di Stalloreggi, conquistò meritatamente il Palio, mentre la Torre, nel tentativo ultimo di passare, cadde al Casato. La bravura di Gentili venne confermata in questo Palio, che evidenziò anche le doti del giovane Mezz'etto anche lui indiscusso protagonista.

16 AGOSTO 1951


La tratta di questo Palio ha sorpreso per il numero dei cavalli che sono presentati. Ben 22 soggetti, di cui molti nuovi della piazza, si dettero battaglia per aggiudicarsi l'ammirazione di coloro che avrebbero poi dovuto scegliere i protagonisti di questo palio. Notevoli prestazioni furono offerte da Niduzza, Archetta, Gina e Lella che, era nuova della piazza. Dopo il consulto cerimoniale vennero assegnati i cavalli:
Istrice (Archetta); Pantera (Niduzza); Tartuca (Bagnolea); Chiocciola (Titina); Torre (Dorina); Selva (Salomè); Civetta (Nick); Leocorno (Volpe); Lupa (Lella); Bruco (Gina).
La sera della prima prova una folla immensa ed acclamante ha salutato con giubilo lo scoppio del mortaretto.
I 10 cavalli sono usciti dall'entrone, e sono entrati ai canapi con l'ordine suddetto: L'istrice con il fantino Amaranto (o Boccaccia), seguito dalla Pantera con Renzino, dalla Tartuca con Gentili, dalla Torre con Ivan, dalla Selva con Mezz'etto, dalla Civetta con l'Arzilli, dal Leocorno con Lupi Marino, dalla Lupa con Albano ed infine dal Bruco che era di rincorsa con Remo.
Al calar dei canapi il cavallo della Chiocciola, partito in anticipo, è caduto malamente assieme al fantino. Il mossiere, considerando valida la mossa ha consentito che la corsa continuasse. La Pantera prese subito la testa seguita da Tartuca e Istrice nell'ordine; a S.Martino la Torre riesce a portarsi in seconda posizione tallonando da vicino la Pantera, e precedendo ancora l'Istrice. La Pantera intanto si involava verso la vittoria seguita dall'Istrice, che aveva di nuovo passato la Torre, e dalle altre contrade che si erano ben guardate dai forzare li cavallo.
La seconda prova ha visto ancora una partenza veloce della Pantera e della Torre. Quest'ultima riesce a portarsi in testa fin dai primo giro a S.Martino, mantenendo la posizione sino alla vittoria seguita da Pantera e Istrice. il Bruco non ha partecipato alla prova in quanto il proprio cavallo era infortunato. L'unica caduta da registrare è quella del fantino del Leocorno. La terza prova ha registrato un fatto importante: vi erano state infatti alcuni cambiamenti di monta, e l'Arzilli indossava il giubbetto dell'Istrice, mentre Amaranto quello della Civetta. Le contrade si avviano alla mossa mentre il cavallo della Tartuca si mostra irrequieto e non saperne di entrare fra i canapi. Dopo che il mossiere è riuscito a dare un allineamento accettabile, viene data la mossa. Scappato primo il Leocorno, seguito da Istrice e Selva, le posizioni non mutano più fino all'arrivo, nonostante i generosi tentativi di Salomè rimasta scossa.
La quarta prova viene vinta dall'Istrice che riuscì, subito dopo la mossa, a prendere un margine di vantaggio incolmabile, mentre alle sue spalle nessuno mostra di voler impegnare il proprio cavallo. La Prova Generale, svoltasi di fronte a una grandissima folla viene vinta dalla contrada della Civetta che, scappata prima dai canapi lotta con l'Istrice prima, e con il poderoso ritorno della Torre al terzo giro. La provaccia, vinta dalla Chiocciola, non riservò eccessive emozioni.
La sera del Palio una folla eccezionale, come da tempo non era dato a vedere nella piazza, fece cornice al corteo storico che si svolse disciplinatamente. Il Palio venne dipinto da Irio Sbardellati. Allo scoppio dei mortaretto i cavalli escono dall'entrone per schierarsi tra i canapi nel seguente ordine:da mio Sbardeiiati. Allo scoppio dei mortanetto i cavalli escono daii'entrone per schierarsi tra i canapi nel seguente ordine: Bruco - Gina (Granatino); Pantera - Niduzza (Lampino); Torre - Dorina (Ivan); Chiocciola - Titina (Bazza); Tartuca - Bagnorea (Gentili); Civetta - Nick (Amaranto); Leocorno - Volpe (Pietrino); Lupa - Lella (Albano); Selva - Salomè (Mezz'etto); Istrice - Archetta (Arzilli).
I cavalli nervosissimi impediscono una pronta partenza, per ben tre volte il mossiere deve far uscire e rientrare le contrade nel medesimo ordine, quando finalmente la mossa è ritenuta valida, i cavalli si lanciano nella piazza a gran carriera. In testa si porta la contrada della Selva, tallonata dalla Tartuca, Torre e Pantera. Al primo giro, al bandierino, passano con lo stesso ordine, così pure al secondo, nonostante che la Tartuca e la Torre cercassero insistentemente di passare. Al terzo giro, alla fonte Gaia, però si verifica l'episodio decisivo; Gentili, fantino della Tartuca richiede un ultimo sforzo al proprio cavallo, riuscendo a superare definitivamente la contrada della Selva e gettando di nuovo nella disperazione il rione di Vallepiatta che non vinceva da ben 31 anni. Il Gentili, alla sua seconda vittoria quest'anno, vince mirabilmente il palio giostrando con bravura ed intelligenza non disgiunte all'innata classe che ha fatto di lui uno dei più grandi fantini che il Palio abbia mai posseduto.

Testi tratti da "Il Mangia" n°36 della Pasqua 1973, ricerche e scritti del sig. Mauro Marzucchi, foto dei drappelloni da "Pallium"