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- LE 17 CONTRADE: Aquila -



Motto: DELL'AQUILA IL ROSTRO, L'UGNA E L'ALA.
Simboleggia la combattività.


La sua impresa sembra di diretta provenienza dalla famiglia dei Marescotti, nobile famiglia che ebbe castellare e palazzo con torre nel territorio. "L'Aquila a due teste, usata nelle insegne di molte nazioni e imperi, appare per la prima volta nella decorazione di un tempio buddista a Taxila dell'epoca partica nel II secolo d.C.".
Si richiamavano all'Aquila gli ordini cavallereschi: germanico dell'Aquila Nera (1701) e dell'Aquila Rossa (1705); polacco, russo e serbo dell'Aquila Bianca (rispettivamente (nel 1325, 1815, 1882); del Wuttemberg dell'Aquila d'Oro (1702), oltre agli ordini dell'Aquila Estense (1855) e del Messico (1865). Adottarono l'Aquila nei loro emblemi i duchi di Baviera, l'imperatore del sacro Romano Impero, i re di Spagna, l'imperatore Napoleone, l'imperatore di Germania, l'imperatore di Russia. In Italia dapprima fu segno di concessione imperiale, poi indicò il partito ghibellino; per concessione di Clemente IV divenne però anche impresa dei guelfi.
La Contrada, cambiò lo stemma in quello napoleonico, durante l'occupazione francese (1799 e 1807-1813); nel 1847, anno della costituzione della Guardia civica, adottò uno stemma in fondo rosso incoronato avente nel centro un castello bianco con, al di sotto, due chiavi incrociate: la corona dello stemma era sormontato da un'aquila al naturale incoronata; nel 1915, in luogo dell'aquila bicipide, adottò l'aquila romana fino al 1919, tornando poi al proprio storico emblema araldico.
Particolarmente rinomate furono le feste e i cortei che organizzò nel XVI secolo. Per le accoglienze fatte all'allora amico di Siena imperatore Carlo V di Asburgo le venne conferito "motu proprio" il titolo di "nobile" il 24 aprile 1536. Magnifica comparsa fece in occasione della Caccia ai tori del 15 agosto 1546; i cronisti narrano che quella sera, passate le tre di notte, uscì per la città con tutti i suoi appartenenti a cavallo con magnifici costumi e gran quantità di torce, alcuni dei quali "cantorno in più luoghi della città con molto piacere di chi udiva, una artifiziosa musica sopra certe mazze con sua ombrella di broccato il capocaccia di detta Contrada. E levavano al cielo l'inno: "Noi siam quei ch'andiam cantando / Per lo mondo ad alta voce / Un bel nome alto e feroce / Aquila Aquila gridando ".
Ha la sede in via del Casato di Sotto, ne è patrona la Vergine sotto il titolo di "Nome di Maria SS.". Nell'Oratorio (già dei Tredicini) conserva varie opere di pittori seicenteschi e una tavola di scuola bizantina del secolo XI. Presso la Chiesa è stato apposto nel 1963 un bassorilievo in bronzo, dono della città de'L'Aquila d'Abruzzo con la quale la Contrada è gemellata. Grande cerimonia di gemellaggio di livello internazionale, ebbe luogo con l'isola di Malta a La Valletta nel 1967.
All'Aquila, nel 1967, venne conferita l'iscrizione della nobiltà di Scozia e, nel 1969, il decreto di riconoscimento quale ente morale di Diritto Canonico ai sensi dell'art. 99.
Nel suo territorio si elevarono castellari e palazzi delle famiglie dei Marescotti, dei Manetti, dei Colombini, dei Forteguerri.
In Piazza Postierla ha eretto nel 1963 la fontanina battesimale in bronzo, opera dello scultore Bruno Buracchini.

testo ripreso da libro: "Siena, il Palio" di Giulio Pepi, edito dall'Azienda Autonoma del Turismo




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