- I NUMERI DELLE CONTRADE -
La parola cabala, di origine ebraica, detta anche kabbala
o cabale o cabal, voleva significare interpretazione, spiegazione,
chiarificazione dell’oscuro.
Il popolo ebraico la usava primitivamente per trarre spiegazioni
dalle misteriose righe della Bibbia, per dargliene una
interpretazione più precisa possibile.
La parola cabala, in seguito, assunse il significato di
«arti magiche, stregonerie, fatture»; nel corso dei tempi
divenne il simbolo della scienza dei numeri da giocare al
lotto.
Il mondo dei sogni è legato all’uomo fin dai primordi e ha
rappresentato per esso sempre una grande incognita e proprio
per questo ha sempre cercato di interpretarne il senso.
La scienza che determina (o tenta) la spiegazione dei
sogni fu chiamata «oniromanzia» ed era praticata dagli egizi,
caldei, arabi, persiani, greci e romani.
Nella Grecia antica i sogni esercitavano pressanti
influenze anche sulla religione di questo popolo, tanto che ne
nacquero i responsi «sibillini», quasi sempre di difficile
lettura.
L’interpretazione del sogno presso i babilonesi era tenuta
in alta considerazione tanto che furono creati dei sacerdoti,
chiamati «barù».
Lunga e forse noiosa sarebbe descrivere
la via che ci ha portati all’attuale gioco del lotto, sorto
nel 1896 e al quale approdarono quasi immediatamente anche
i senesi.
Da qui nascono i numeri con i quali vengono identificate
le contrade:
Aquila 60
Bruco 45
Chiocciola 8
Civetta 28
Drago 50
Giraffa 19
Istrice 5
Leocorno 22
Lupa 72
Nicchio 51
Oca 9
Onda 16
Pantera 68
Selva 76
Tartuca 13
Torre 3
Valdimontone 90
A rigor di logica questi numeri dovrebbero corrispondere
all’animale o al simbolo di ogni singola contrada, mentre,
essendoci presi premura di scartabellare vari libri dei sogni,
nessun numero di questi corrisponde a quelli riportati nei
sogni dai vari manuali.
Da ciò si può arguire che i senesi, sempre originali nei
loro modi interpretativi, si siano a caso appioppati i propri
numeri.
Molti anni fa era moda, specie all’inizio del secolo, da
parte dei botteghini del lotto, esporre i numeri delle contrade
combinati in cinquine e non di rado accadevano delle vincite
al botteghin del lotto del famoso Domenichino, detto il gobbo
della fortuna, posto in via dei Pellegrini.
Del resto è da segnalare per l’importanza che ricopriva
la tombola, la grande tombola che si svolgeva nei giorni precedenti
il Palio in Piazza del Campo dove venivano appositamente
installati tre tabelloni visibili da ogni punto della piazza
ed i numeri venivano estratti preceduti da uno squillo di tromba
e se la sorte faceva uscire il numero corrispondente a una contrada
com Oca e Torre, a quell’epoca le più popolose, rimbombava
un boato al grido di «daccelo».
Oggi le tombole si svolgono in un ciclo settimanale
intenso in tutte le società di contrada, dove accorrono i tombolai
di, si fa per dire, professione, mentre le contrade ne
ricavano un utile non indifferente per le proprie spese di
gestione.
E’ qui, in questi locali, che, quando viene bandito un numero
di una contrada, sorge spontaneo pronunciare il nome
della stessa per convalidare agli altri la sapienza in fatto di
numeri di contrada.
Più non potremmo dire sulle origini e sul significato dei
numeri di contrada, perchè non abbiamo trovato nessuno, anche
tra i vecchi senesi interpellati, che ci abbia saputo dare
una spiegazione esatta.
Una cosa è certa: le origini di questi numeri vengono
dal gioco del lotto.
Tratto da "Il Mangia" n°60, primavera 1979
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