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- PAPA PIO II (Enea Silvio Piccolomini) -
a cura del dott. Fabrizio Gabrielli



Fu papa dal 19 agosto 1458 al 15 agosto 1464. Pochi anni, dal punto di vista cronologico, ma si trattò di anni molto importanti per la storia italiana e per questo viene spesso ricordato. Enea Silvio Piccolomini (nato nel 1405 a Corsignano - piccolo paesino poi ribattezzato in suo onore Pienza - morto ad Ancona nel 1464), fu iniziato dalla famiglia agli studi umanistici, si perfezionò nel greco a Firenze sotto il Filelfo; divenuto segretario del cardinale Capranica, avversario del papa Eugenio IV, lo accompagnò al Concilio di Basilea (1432), sostenendo la dottrina "conciliarista"; passato al servizio del vescovo di Novara, fu mandato al campo di Niccolò Piccinino, con la missione di far catturare Eugenio IV, ma il colpo fallì. Fu in seguito al servizio del cardinale Albergati, poi segretario del Concilio di Basilea (1436), con incarichi di ambascerie; partecipò all'elezione del duca di Savoia Amedeo VIII (antipapa Felice V) e ne fu cancelliere.


Il periodo più avventuroso per il Piccolomini fu dal 1436 al 1446, quando viaggiò per l'Europa; venne coronato poeta dall'Imperatore Federico III a Vienna (1442) e scrisse molte opere in cui rivelò profonda penetrazione psicologica, spirito lèpido e grande freschezza di stile. Ma proprio nel 1444, in vero poco castigato, avveniva in lui un profondo mutamento di coscienza: sconfessati i suoi atteggiamenti antipapali, ne fece ammenda a Eugenio IV; nel 1446 riceveva gli Ordini Minori e l'anno dopo il sacerdozio, dopodiché veniva nominato vescovo di Trieste (1447), poi di Siena (1450). I papi Eugenio IV e Niccolò V gli diedero incarichi e legazioni in Boemia, Austria, Ungheria. Callisto III lo nominò cardinale nel 1456; Federico III si fece accompagnare da lui a Roma per esservi incoronato. Morto Callisto III (1458), venne eletto pontefice il Piccolomini, nonostante l'opposizione di parecchi cardinali, i quali diffidavano di quell'umanista dal passato troppo brillante.

Pio II non pontificò che sei anni, ma una grande idea lo dominò e diresse tutti i suoi sforzi: quella di riunire tutte le forze del mondo cristiano in una grande crociata contro i Turchi, i quali avanzavano sull'Europa. Infatti, proprio nell'anno della sua elezione i Turchi s'insediavano ad Atene. Appena consacrato, bandiva la crociata e indiceva un congresso di prìncipi cristiani a Mantova per prepararla (1459). Nel 2005 sarà ricordato per questa sua missione crociata nella pittura del drappellone del Palio di luglio. Lasciato a Roma a suo vicario il cardinale Niccolò Cusano, attraversò in un viaggio trionfale Perugia, Siena, Corsignano (sua patria, che abbellirà valendosi dell'opera del Rossellino). Assente il papa, a Roma scoppiarono disordini, che furono domati; contro coloro che volevano appellarsi al Concilio in opposizione al papa, Pio II, con la bolla Execrabilis, confermò la costituzione monarchica della Chiesa e condannò qualsiasi forma di appello.

I prìncipi europei risposero assai male alla chiamata del papa; solo Venezia, più interessata nel Mediterraneo, promise di intervenire con 12 navi alla nuova crociata. Dopo il tentativo di convertire Maometto II, Pio II proclamò la guerra santa (1463) e risolvette di mettersi egli stesso a capo dell'impresa, benché fosse in delicate condizioni di salute; il 22 ottobre 1463 pubblicava una nuova bolla e il 14 giugno 1464 lasciava Roma per Ancona, dove giunse circa un mese dopo. Qui aspettò l'arrivo dei Crociati, che non vennero, salvo le 12 navi venete; la delusione fu per lui così grande da morirne, ed egli spirò pregando i cardinali che l'avevano seguito, di continuare a promuovere la crociata che invece non ebbe seguito.

Il pontificato di Pio II fu troppo breve e si svolse in circostanze troppo difficili, tra le ambizioni e i contrasti dei prìncipi, perché gli fosse possibile lasciare un'orma più profonda; tuttavia si possono ricordare di lui parecchie iniziative che avrebbero potuto svilupparsi meglio se egli fosse vissuto più a lungo. Dal suo amico e condiscepolo cardinale Niccolò Cusano aveva fatto preparare un vasto disegno di riforma ecclesiastica, della quale riuscì ad applicare solo una parte negli istituti monastici della Germania; combatté la schiavitù e la tratta dei negri, che, sia pure in proporzioni modeste, già cominciava ai suoi tempi; difese gli ebrei e ne migliorò le condizioni nello Stato della Chiesa. Come tutti i papi di quel secolo, non fu immune da nepotismo. Lasciò numerose lettere e orazioni. Notevole pure il suo mecenatismo, soprattutto a favore di architetti.