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SCUSI, HA VISTO IL CAVALLO DELLA TARTUCA?

Il Nuovo Corriere Senese pubblicò nel supplemento al n. 33 del 13 agosto 1989, un racconto di Ugo Bartalini

Per il Palio del '30 la sorte ci era stata avversa; ci era toccato il peggiore cavallo, anzi una cavalla; aveva una pancia enorme, tanto che si sospettò che fosse pregna e in stato notevolmente avanzato.
Non vi erano certo possibilità di vittoria e allora, al posto del fantino Funghi, che aveva corso per la Tartuca nel Palio di luglio, fu preferito quello che allora era poco più di un ragazzo, Fernando Leoni, cui fu appioppato il soprannome di "Ganascia".
Di questo soprannome di battaglia se ne indica l'inventore in Mastuino Forni, già alfiere creatore del salto del fiocco.
Il Forni avrebbe detto a Ganascia: "Guarda che bella Ganascia che hai" e da qui il soprannome.
Per quanto invece ne sapevo io, questo nome di battaglia di Ganascia avrebbe una origine diversa.
Il padre di Fernando, Domenico Leoni detto "il Moro", aveva corso e vinto per la Torre il Palio straordinario del settembre 1910.
Fu proprio lui, " Il Moro", a proporre al capitano della Tartuca il proprio figlio Fernando come fantino per il Palio di agosto del 1930.
Il padre di Ganascia, oltre che fare in montagna, a Ponticello Amiata, il suo lavoro in campagna e nei boschi, faceva anche il Dentista, usando, a quanto si vociferava, ferri vecchi e arrugginiti per estrarre denti ai suoi compaesani.
"O dente o ganascia" fu il motto che fiorì a Siena in quel tempo; da ciò sarebbe nato il soprannome di Ganascia.
Ritorniamo al cavallo che, se non mi sbaglio, si chiamava Carnera.
Aveva anche altri difetti: partiva male, aveva forse timore del canape. E allora nella notte precedente il Palio, Ganascia e un gruppo di Tartuchini portarono la cavalla in piazza per abituarla alla mossa.
Accadde che la cavalla si intrappolò nella corda e cadde trascinandosi dietro il fantino. Carnera si rialzò prontamente, fuggì al galoppo e sparì dalla piazza; Ganascia rimase invece a lungo disteso sul tufo della pista e fu portato all'ospedale.
La conseguenza fu che la mattina del Palio la Tartuca si trovava senza cavallo e senza fantino.
Parecchi Tartuchini si misero presto in giro alla ricerca della cavalla e queste ricerche furono per lo più effettuate nella zona Porta Romana - Valli, anche perché era corsa la voce che Carnera non fosse altro che il cavallo della diligenza Siena - Buonconvento: era logico quindi pensare che avesse preso la strada di casa.
Fortuna volle che la cavalla fosse rintracciata fra Porta Romana e Valli da un operaio che si recava al lavoro (così mi venne detto allora), e poi fu, chiarite le cose, riconsegnata alla Tartuca.
Anche Ganascia non aveva riportato danni gravi: dimesso dall'ospedale con una leggera zoppia, era tornato in Contrada: così l'accoppiata Ganascia - Carnera risultò felicemente ricomposta e vinse.
Mi pare di ricordare che fosse prima la Torre, con Smania come fantino, strettamente tallonata dall'Oca con il fantino Garibaldi; a poca distanza seguiva il Bruco con il fantino Pirulino.
Al terzo giro, alla cappella, la Torre, sempre prima, cade rovinosamente e l'Oca le precipita addosso: altrettanto fa il Bruco, che pur distanziato dai primi due, non riesce ad evitare l'impatto con i cavalli delle due contrade già cadute: lo stesso accade al Drago che veniva dietro al Bruco.
Nel frattempo l'Aquila era sparita di scena, sembra per una azzoppatura del cavallo.
A questo punto vedo solo due Contrade: Lupa prima con la Tartuca seconda, ma quasi appaiata. Nella spianata davanti al palco delle comparse, Ganascia a suon di nerbate riesce a superare la Lupa e a vincere il Palio.


Ganascia